Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Trasporti: dal 2003 non cresce numero chilometri procapite in occidente

Lo studio pubblicato dalla rivista Transport Reviews ha scoperto che dal 2003 la strada percorsa ogni anno procapite negli otto paesi occidentali

Roma, 5 gennaio 2011 - Ogni anno un europeo percorre in media circa 13 mila chilometri in macchina, che possono variare tra i 12 mila degli italiani e i 14 mila dei britannici. Sono alcuni dei numeri dello studio pubblicato dalla rivista Transport Reviews che ha scoperto che dal 2003 la strada percorsa ogni anno procapite non è variata di molto, arrivando in qualche caso a diminuire. Lo studio ha esaminato otto paesi occidentali, trovando che i più mobili sono gli statunitensi, che percorrono ogni anno fra auto e voli interni (ma i secondi sono trascurabili in proporzione) 26mila chilometri a testa, seguiti da australiani e canadesi con 17mila. In Europa il primato va a Gran Bretagna e Svezia con 14mila, mentre la Francia e la Germania si fermano a 13mila, così come l'Italia, che dal 2000 oscilla fra questa cifra e 11 mila chilometri all'anno. Fanalino di coda è il Giappone, in cui in media ogni cittadino percorre 10 mila chilometri al mese. In questo paese inoltre, mentre negli altri il numero di chilometri percorsi è stabile o in lieve aumento, si registra una vera e propria diminuzione. Per chi passa gran parte del suo tempo bloccato nel traffico in un certo senso potrebbe essere una buona notizia: non può andare peggio di così, almeno secondo quanto afferma uno studio dei ricercatori delle università statunitensi di Berkeley e Stanford. I viaggiatori del mondo occidentale avrebbero infatti già raggiunto da qualche anno il 'picco di mobilità', e il numero di chilometri percorsi in un anno non aumenta più di pari passo con la crescita del Pil come faceva fino ai primi anni 2000.
La ricerca si e' focalizzata sui dati di otto fra le nazioni più sviluppate al mondo, trovando lo stesso trend in Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Svezia e Australia. Se dagli anni '70 in poi il numero di chilometri percorsi su gomma e nei voli interni e' cresciuto tantissimo, arrivando a raddoppiare in tutti gli stati presi in esame, dal 2003 in poi è rimasto stabile nonostante il Pil sia cresciuto, e in qualche caso è addirittura diminuito: negli Usa ci si e' fermati a 26mila chilometri all'anno a persona, in Giappone si è a 10mila mentre gli altri paesi sono tutti tra 13 mila e 17 mila. L'Italia non fa eccezione, e dal 2000 in poi la cifra oscilla sempre tra gli 11 mila e i 13 mila chilometri percorsi su gomma ogni anno. "Questo trend si è avuto nonostante anche il numero di auto sia cresciuto, anche se leggermente - scrivono gli autori – ci sono comunque sempre più auto in circolazione, ma che fanno molta meno strada". Lo studio contraddice le previsioni dell'International Energy Agency, che davano un aumento fisso dell'1,5% all'anno della strada percorsa fino al 2030, e potrebbe avere un risvolto positivo almeno per l'ambiente: visto che le nuove auto sono più efficienti, spiegano i ricercatori, se i chilometri percorsi rimangono gli stessi si avranno minori emissioni di CO2: "Uno dei fattori dietro questi andamenti e' la progressiva saturazione del numero dei veicoli in questi paesi - spiega Lee Schipper, uno degli autori - Negli Usa ad esempio siamo già a 700 auto ogni mille abitanti, più delle patenti concesse, mentre negli altri paesi si arriva a 500. Fondamentalmente chi vuole guidare ha già un'auto. Inoltre la congestione delle città ha raggiunto il suo massimo, e non c'e' letteralmente spazio per spostarsi di più. A contribuire ci sono inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione, visto che gli anziani viaggiano molto meno, e il tempo passato al volante che è già molto alto, in media 1,1 ore al giorno". Dove invece sembra esserci sempre più fame di chilometri, in questo caso supportata da un impetuoso aumento delle auto vendute è in Cina e negli altri paesi in via di sviluppo. Secondo una previsione dell'università di Davies, in California, i 200 milioni di veicoli cinesi diventeranno un miliardo in un paio di decenni, un fardello che l'ambiente potrebbe non riuscire a sopportare in assenza di politiche che avvantaggino i veicoli ecologici.


(Fonte Ansa)