Trasporti: Moretti, per l'Italia rischio isolamento cargo
Servono parità di cisti tra gomma e ferro e regole comuni per l'Europa
Roma, 29 novembre 2010 - L'Italia rischia l'isolamento nel trasporto merci: ''Se non viene ricostruito un riequilibrio economico, con parità di costi '' fra trasporto su gomma e su ferro, 'il nostro Paese sarà modalmente isolato''. L'allarme 'sbilanciamento', sia perchè ''lo Stato ha tagliato i contributi al ferro '' sia per diverse regole in Europa, è stato lanciato dall'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato
Mauro Moretti al II forum internazionale per lo sviluppo del trasporto ferroviario merci 'Mercintreno'.
Moretti ha ricordato che quando è diventato A.D. di Ferrovie, nel 2006, c'erano 900 milioni di fatturato e 700
milioni di perdite nel cargo, ''e coloro che fecero questo fascio ne portano la responsabilità'', riferendosi alla
gestione di Giacomo Di Patrizi, oggi presidente di Fercargo e presente al convegno. ''In Italia c'era una rete di 700 terminali - ha proseguito - con dispersione del business. Il costo dei treni era 24 euro a chilometro con ricavi di 2,5-3 euro. Il mercato è stato drogato in maniera colpevole''.
Al governo Prodi, ha ricordato ancora, ''presentammo un piano industriale con la ridefinizione del reticolo dei terminali perchè l'85% fatturato derivava da una settantina di terminali merci e il 15% dagli altri 600, con una insostenibilità economica. È straordinario pensare che il servizio pubblico possa sostenere il mercato''.
Secondo Moretti, ''bisogna vedere quali sono le regole comuni a livello europeo sul cargo. Chi ha regole più favorevoli, come Svizzera e Austria (che danno meno incentivi all'autotrasporto, ndr) o Germania che hanno fortissimi contributi e vedono l'Italia, soprattutto la pianura padana come ultimo miglio, riescono a sostenersi. Tra contributi e defiscalizzazioni l'autotrasporto oggi riesce ad avere 700 milioni di euro, in controtendenza rispetto ad altri Paesi. La non comunicabilità modale strozzerà il nostro Paese''.
''Sono state dissipate risorse per molto tempo'', ha detto Moretti aggiungendo che di ''interporti strategici ne basterebbero dieci. Il mercato europeo è il nostro futuro e i più piccoli possono pensare ai mercati regionali''. Ogni terminale o si autosostiene economicamente o ha i soldi garantiti dalle Regioni o dallo Stato o - ha concluso - chiude, non lo tiene certo aperto il gestore della rete''.