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Briciole di pane

Trasporti: Pd e Pdl divisi su Authority, ora tocca a Lupi

Matteoli, sono contrario, non serve - Meta, parta subito, è priorità

Roma, 11 maggio 2013 – È l'Authority incompiuta. Prevista sulla carta e mai nominata per una serie di veti incrociati, l'Autorità dei Trasporti divide ancora. Indispensabile vararla subito, per il presidente della commissione Trasporti della Camera Michele Meta, esponente Pd. Inutile, perché basta il ministero, secondo il presidente della Commissione Lavori Pubblici, Trasporti e Tlc del Senato Altero Matteoli, esponente Pdl. La sintesi, difficile, spetta al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, che in un'intervista a La Stampa ha comunque già detto che "va varata al più presto, per andare avanti con le liberalizzazioni".

Del resto, le pressioni perché l'Autorità parta presto sono forti sia a livello istituzionale, dall'Antitrust fino all'Ocse, sia tra gli operatori del settore dei trasporti. Appena pochi giorni fa, Luca Cordero di Montezemolo, fondatore di Ntv, ha ribadito la sua posizione: "auspico soprattutto che ci sia un arbitro. Già giocare è difficile, se poi l'allenatore della squadra avversaria è anche l'arbitro, diventa ancora più difficile", ha detto riferendosi a Fs, che controlla la società che gestisce la rete ferroviaria, Rfi.

Una bocciatura secca arriva, però, da Matteoli. "Sono nettamente contrario, perché c'è un ministero e poi non tutte le autorità che abbiamo costituito in questi anni hanno dato risultati. Non ne vedo assolutamente la necessità", dice all'Adnkronos.

Il presidente della commissione lavori pubblici e trasporti del Senato fa riferimento proprio a Montezemolo. "Dovrebbe ricordarsi che lui è partito con Ntv grazie al governo che lo ha difeso, anche dal fatto che le Fs non lo volevano e cercavano di boicottarlo". Montezemolo, insiste Matteoli, "lo sa perfettamente: allora io facevo il ministro dei trasporti e ho firmato tutte le carte carte necessarie. È la dimostrazione plastica che, se c'è un ministro che crede nella concorrenza, non c'è bisogno di un'autorità".

Diametralmente opposto il punto di vista di Meta. “Non è più rinviabile la nascita di un'Autorità regolatrice nel settore dei Trasporti. Si tratta di una priorità per il nuovo Governo e per il Parlamento, perché dobbiamo recuperare un ritardo rispetto agli altri Paesi europei", spiega all'Adnkronos il presidente della Commissione Trasporti della Camera.

La nascita dell'Authority dei Trasporti, ricorda, "è attesa da almeno sedici anni in Italia ed era prevista nella legge istitutiva delle autorità per i servizi pubblici. È diventata una vera e propria necessità con la contestuale apertura del mercato ferroviario delle merci prima, e dei passeggeri poi. Per non parlare di tutte le questioni aperte e relative alle concessioni autostradali, che negli ultimi anni abbiamo visto essere un anello debole, almeno per quanto riguarda gli obblighi dei concessionari rispetto al contratto di servizio".

Ora, secondo Meta, non c'è più tempo da perdere. "Ritengo che per quanto riguarda l'avvio dell'Authority si debba fare presto e subito e mi auguro che il Governo sblocchi quanto prima l'impasse del precedente esecutivo sulla terna delle personalità chiamate a guidarla che, come dice la legge, devono soddisfare criteri di merito sui curricula, sull'indipendenza, sulle competenze e sulle funzioni da ricoprire all'interno di un'Autorità così strategica per la crescita del Paese".

Istituita dal governo Monti, con il decreto 'salva Italià di fine 2011, la realizzazione dell'Autorità è avviata a maggio 2012, con un dpcm, sempre firmato Monti, che ne stabilisce la sede a Roma. Ma è sulla nomina dei componenti, un presidente e due membri, che si consuma lo stallo. La procedura prevede un decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro competente, una volta acquisito il parere delle competenti commissioni parlamentari. Che devono promuovere la terna proposta dal governo con una maggioranza qualificata di due terzi.

È proprio in Parlamento che si arena il tentativo del governo Monti. Dopo quattro mesi di trattative la terna designata, l'ex presidente del Consiglio di Stato Pasquale De Lise, il professor Mario Sebastiani, e il direttore generale del ministero dei Trasporti Barbara Marinali, viene bruciata per la ferma opposizione del Pd alla presidenza De Lise. Da lì, tra indiscrezioni su nuovi nomi e veti incrociati, il dossier si trascina fino a fine legislatura. E ora le aspettative di chi crede che l'Autorità sia necessaria sono rivolte al nuovo governo e, in particolare, all'iniziativa del neo ministro dei trasporti Maurizio Lupi.

Fonte: Adnkronos