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Briciole di pane

Ue deferisce l'Italia alla Corte di giustizia per inefficienza edilizia

La normativa italiana non è conforme alle disposizioni relative agli attestati di rendimento energetico

Bruxelles, 25 gennaio 2013 - La Commissione Europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue per non essersi pienamente conformata alla direttiva 2002/91/Ce sul rendimento energetico nell'edilizia. La normativa italiana infatti non è conforme alle disposizioni relative agli attestati di rendimento energetico. Inoltre, le autorità italiane non hanno ancora comunicato le misure di attuazione relative alle ispezioni dei sistemi di condizionamento d'aria. La direttiva prevede che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l'attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo metta a disposizione del futuro acquirente o locatario.
Si tratta di un elemento essenziale in quanto permette di avere un quadro chiaro della qualità dell'edificio sotto il profilo del risparmio energetico e dei relativi costi. Tali attestati e le relative ispezioni devono essere rispettivamente compilati ed eseguite da esperti qualificati e accreditati. Attualmente, la direttiva italiana non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all'obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva.
Per quanto riguarda i sistemi di condizionamento d'aria, la direttiva prevede ispezioni periodiche che contemplino una valutazione dell'efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti. Le autorità italiane finora non hanno notificato alcuna misura attuativa di questa disposizione. Il procedimento d'infrazione riguarda la direttiva 2002/91/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, sul rendimento energetico nell'edilizia.
A norma della direttiva, gli Stati membri applicano una metodologia di calcolo del rendimento energetico di tutti i tipi di edifici. Gli Stati membri devono inoltre assicurare la certificazione del rendimento energetico degli edifici e prevedere ispezioni periodiche di caldaie e sistemi di condizionamento d'aria. Nel 2006 è stato avviato un procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia per recepimento incompleto e non corretto della direttiva. Nonostante diverse lettere di costituzione in mora e pareri motivati inviati alle autorità italiane, la normativa continua a non essere conforme alla direttiva.
Gli edifici sono all'origine di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di Co2 nell'Unione europea. La normativa europea mira a ridurre in misura significativa il consumo energetico degli edifici, contribuendo alla lotta contro il riscaldamento climatico e a rafforzare la sicurezza energetica europea. Importanti risparmi di energia possono consentire inoltre alle famiglie di ridurre drasticamente la spesa per questa voce. E' quindi fondamentale che gli Stati membri applichino integralmente la suddetta normativa.

Fonte: Adnkronos