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Briciole di pane

Un altro nodo: il cantiere al Brennero

All'assenza di un aeroporto e alla circolazione difficile sulla A22 ora si aggiungono i lavori sulla linea ferroviaria

Trento, 20 giugno 2012 – Assieme all'Alto Adige, il Trentino è la regione dell'arco alpino con la raggiungibilità più scarsa. Niente aeroporto - la Provincia di Trento ha preferito virare su Verona diventando il secondo azionista della società di gestione del "Catullo" di Villafranca e sta valutando l'opportunità di entrare anche nella società che gestisce lo scalo di Bolzano, anche se in questo momento pare più forte la volontà dell'Alto Adige di coinvolgere il Trentino che non quella di Trento di contribuire al finanziamento di una struttura in deficit -, autostrada del Brennero ormai al limite della capacità - nel tratto trentino dell'A22 ci si è dovuti inventare la terza corsia "dinamica" tramite l'uso temporaneo della corsia d'emergenza nei momenti di maggior afflusso - e linea ferroviaria da rinnovare attraverso il progetto del tunnel del Brennero che oltre al traforo tra Italia e Austria prevede il quadruplicamento delle tratte di accesso Sud (da Verona) e Nord (da Monaco di Baviera).
In un contesto simile il funzionamento a singhiozzo della linea del Brennero - a causa dei lavori di manutenzione iniziati pochi giorni fa nel tratto austriaco appena al di là del confine e che si protrarranno fino al 24 settembre - costituisce un problema per tutto il territorio. La variante "1-3-6" per la quale hanno optato le ferrovie austriache prevede un mese di chiusura totale (dal 6 agosto al 10 settembre), tre mesi di traffico a senso unico alternato (giugno, luglio e il periodo dal 10 al 22 settembre) e altri sei fine settimana di divieto di passaggio per i treni (quello appena passato e il prossimo, poi tra il 30 giugno e il 2 luglio, tra il 14 e il 16 luglio e tra il 15 e il 17 e il20 e il 24 settembre).
«Anche se il treno non è uno dei mezzi preferiti dai turisti che arrivano da noi - spiega il presidente degli albergatori trentini Luca Libardi - ogni elemento che riduce ulteriormente l'accessibilità al nostro territorio costituisce un problema, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale». Anche perché, aggiunge Libardi, «con la clientela italiana in calo a causa della congiuntura e un bacino di mercato tradizionalmente molto forte come quello emiliano messo in ginocchio dal terremoto, dipendiamo dagli stranieri». Lo si è visto durante la stagione invernale, «andata relativamente male, ma salvata proprio dagli ospiti arrivati dall'estero» e gli operatori turistici temono che lo si vedrà soprattutto d'estate, periodo in cui tradizionalmente prevale la clientela italiana. «Purtroppo - dice Libardi - prevediamo contrazioni negli arrivi e questo inizio di stagione estiva finora ha confermato i nostri timori».
Il 2011 si è chiuso con un leggero aumento degli arrivi, saliti del 3% a quasi 5 milioni, ma è rimasto invariato per quanto riguarda le presenze, stabili a 29,7 milioni. «Ma questi numeri - sottolinea il presidente Asat - non dicono tutto, perché va anche considerato il calo dei consumi da parte dei nostri ospiti, che si è fatto sentire in questi mesi e che continuerà a essere un problema anche nel prossimo futuro». È anche da qui che nasce l'esigenza di collegamenti migliori e più veloci. «Come il completamento della Valdastico - aggiunge Libardi - che chiediamo ormai da tempo». Inutilmente, perché la Provincia di Valdastico continua a non voler sentir parlare («non rientra nei nostri programmi e senza il nostro assenso non può essere realizzata», ha sottolineato il vicepresidente della giunta Alberto Pacher in un recente incontro a Roma con il sottosegretario alle Infrastrutture Mario Ciaccia) nonostante le pressioni che arrivano dalle categorie economiche e dal Veneto. «La posizione delle nostre imprese - dice il presidente della Confindustria trentina Paolo Mazzalai - è molto chiara ed è sempre stata a favore della Valdastico che assicurerebbe un miglior collegamento con un'area strategica come il Veneto. La rete stradale va completata, lasciare buchi o incompiute non ha senso».
Ma la strategia della Provincia è quella di puntare tutto sul tunnel di base del Brennero per spostare il traffico dalla gomma al ferro e alleggerire così l'A22. Un obiettivo ribadito anche al Governo, con cui è in corso un'altra delicatissima partita. La concessione autostradale in capo all'Autobrennero - la società di gestione controllata dalla Regione e dalle Province di Trento e Bolzano - scadrà ad aprile 2014. Gli enti locali territoriali puntano a evitare la gara - è in atto anche un braccio di ferro giudiziario con il Tar del Lazio che deciderà nell'udienza del 19 dicembre se accogliere il ricorso contro il bando presentato dall'A22 - e mettono sul piatto un tesoretto di 550 milioni di utili accantonati da Autobrennero (467,5 sono stati già messi da parte al 31 dicembre 2011, il resto entrerà nel "fondo ferrovia" entro il 30 aprile 2014) pronto a essere investito per il progetto del tunnel del Brennero e che in caso di proroga andrebbe ad arricchirsi ulteriormente. La situazione attuale però è di stallo e sul futuro dell'A22 regna l'incertezza.

Mirco Marchiodi (Il Sole 24 Ore Rapporti24/Territori)