«Una pazzia non costruire il Ponte Mediterraneo»
Da un intenso dibattito nasce il fronte di professori, tecnici e sindaci deciso a rilanciare l'opera "stoppata" dal governo Monti
Reggio Calabria, 20 ottobre 2012 – Chiamatelo Ponte Mediterraneo. Il mondo si rincorre e ormai bisogna ragionare in termini di area vasta, non più di Scilla e Cariddi. Certo, se poi non si fa, può chiamarsi in qualunque modo, tanto non cambia nulla. E oggi, in verità, sul Ponte tira una brutta aria. Il governo Monti l'ha stoppato. Nell'indifferenza delle forze politiche che lo sostenevano e per la gioia di chi l'avversava. Perciò è una strana atmosfera quella che si coglie entrando nella sala "Nicholas Green" del consiglio regionale. Malgrado lo spessore dei partecipanti, il convegno promosso dal Comitato "Ponte subito" e dal Gruppo Studio "Non Solo Ponte", che impegnerà un'intera giornata, sembra un raduno di reduci.
Non sarà così, e l'andamento del dibattito si incaricherà di dimostrarlo. Avendo come conseguenza, alla fine, la nascita di un fronte di professori, tecnici e sindaci fermamente deciso a rilanciare l'opera. Perché «sarebbe una pazzia non realizzarla».
«Anche all'ingenuo, messo fuori strada dalla propaganda ambientalista e di sinistra», afferma Giovanni Alvaro introducendo i lavori, «non sfugge che la costruzione del ponte innesca un processo economico moltiplicatore e determina una storica correzione di rotta per l'intero Mezzogiorno che sarà destinato a diventare la piattaforma logistica dell'Europa». Rocco La Valle, sindaco di Villa San Giovanni, guida la coalizione degli amministratori: «Il nostro dovere è di continuare a batterci, alzando il livello del confronto». Poi gli interventi si susseguono a raffica. Riprendendo un'immagine di provenienza keynesiana utilizzata da Giacomo Borruso («il futuro appartiene a chi sa credere nella bellezza dei sogni»), il prof. Pier Paolo Maggiora ricorda che il simbolo della rinascita economica americana è stato il ponte di San Francisco (costruito in sei anni!) e sostiene che il Ponte Mediterraneo avrebbe potenzialità anche superiori, naturalmente dentro un concerto ben orchestrato: «Ponte, porto, autostrada, ferrovia non sono addizioni ma moltiplicazioni».
Le cattive notizie non scoraggiano il presidente della Provincia Giuseppe Raffa: «Per noi il Ponte è un'idea. E un'idea non si difende solo quando è conveniente, ma anche quando la sua realizzazione sembra impossibile. Io non so se questa iniziativa riuscirà a riaccendere le luci sul Ponte, ma abbiamo l'obbligo di provarci. E la parte politica che si diceva favorevole esca dall'ambiguità». Per il prof. Enzo Siviero, l'opera è attesa a livello planetario («io stesso l'ho presentata l'anno scorso a Miami e in Ecuador con straordinario successo»), per cui «è necessario cambiarne la prospettiva di lettura, spostando l'ottica da territoriale a scala mediterranea». Francesca Moraci e Laura Thermes si concentrano sulle città metropolitane. Le ragioni del "sì" rinvengono, ancora, nei contributi di Pasquale Marasco, Francesco Attaguile, Massimo Guarascio, Michele Comparetto, Giovanni Mollica, Franco Porto, Gianni Anzivino e Francesco Tomasello. E il Ponte pare addirittura "materializzarsi" nella passione del patologo Cosimo Inferrera. Conclude il governatore Scopelliti, sottolineando che la politica «deve riprendersi la scena e intestarsi il destino di un'opera capace di rivoluzionare lo scenario mediterraneo».
Da registrare, infine, la precisazione del presidente dell'Anas Pietro Ciucci in replica al sito Dagospia: «Tra la decisione di sciogliere il Consiglio comunale di Reggio Calabria e le determinazioni governative inerenti il Ponte sullo Stretto non c'è alcuna attinenza».