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Briciole di pane

Aerei, strade e ferrovie, c'è il Garante dei Trasporti. Disattese finora le direttive Ue

L'articolo 37 del decreto Monti istituisce un'Authority che vigili sull'effettiva apertura alla concorrenza dei sistemi di trasporto

Roma, 7 dicembre 2011 - Uno dei punti più rilevanti nel capitolo delle liberalizzazioni riguarda i trasporti. Tema scottante alla vigilia dell'apertura del traffico ferroviario al gestore privato Ntv (Montezemolo-Della Valle) dopo le polemiche nate dal primo tentativo di Arenaways e le accuse alle Ferrovie guidate da Moretti di fare catenaccio per impedire la concorrenza.

Favorire gli utenti

L'articolo 37 del decreto Monti istituisce «tra quelle esistenti» un'Authority che vigili sull'effettiva apertura alla concorrenza dei sistemi del trasporto ferroviario, aereo e marittimo. L'obiettivo è certamente quello di favorire gli utenti ma anche, com'è scritto nella relazione tecnica di accompagnamento, di evitare «le infrazioni comunitarie cui è sottoposta l'Italia per il mancato o non corretto recepimento delle direttive di settore». Il riferimento è certamente all'iniziativa della Commissione europea che il 30 novembre scorso ha portato l'Italia davanti alla Corte di giustizia per la violazione delle direttive sulla libera concorrenza. In particolare la Commissione lamentava proprio che nella Penisola manchi un'Authority di regolazione del settore (prevista da una direttiva del 200I) e che ci sia conflitto di interessi tra Rfi, che regola l'accesso alla rete e Trenitalia che la utilizza come gestore. Rfi e Trenitalia infatti fanno ambedue parte del gruppo Fs. Saranno gli operatori del settore a pagare l'attività dell'Authority che avrà il nuovo incarico di garantire la concorrenza nei trasporti. Lo faranno «in misura non superiore all'uno per mille del fatturato d'esercizio». Sanzione molto pesante per quei gestori che «violino la disciplina relativa all'accesso alle reti e alle infrastrutture» o che non rispettino le imposizioni della stessa Authority. In quel caso la multa arriva «fino al 10 per cento del fatturato dell'impresa interessata». Per i gestori che forniscono dati falsi all'Authority o impediscano le due ispezioni la multa è pari all'1 percento del fatturato.

Arbitro delle liti

L'Authority dovrebbe dirimere le controversie più frequenti tra i gestori dei trasporti. In particolare garantire «condizioni di accesso eque alle infrastrutture, alle reti ferroviarie, aeroportuali e portuali». Dovrebbe inoltre definire i criteri per le tariffe, i canoni e i pedaggi «tenendo conto degli oneri del servizio pubblico e delle eventuali sovvenzioni pubbliche concesse». All'Authority spetta anche l'onere di «rendere pubblici nei modi più opportuni i provvedimenti di regolazione e di «riferire annualmente alle Camere sullo stato del processo di liberalizzazione».

Fonte: La Repubblica