Corte Conti: federalismo non basta a colmare gap infrastrutturale
Giampaolino passa quindi sotto la lente le decisioni prese in Italia, legate alla crisi economica, che hanno penalizzato proprio lo sviluppo delle nfrastrutture. La fase economica che il paese sta attraversando, dice il presidente, rende "piu' difficili le scelte per la politica economica e per la politica di bilancio". Gli effetti della crisi internazionale hanno portato al deterioramento degli equilibri nei conti pubblici e l'alto livello del debito pubblico ha ''indotto, negli ultimi anni, a privilegiare, in Italia, una linea di finanza pubblica piu' tesa a salvaguardare gli equilibri di bilancio che a mobilitare risorse pubbliche per sostenere la crescita economica''. Una scelta, osserva il presidente, ''diversa da quella adottata dalla maggior parte dei paesi occidentali, ma in buona misura obbligata''.
I tagli di spesa obbligati si sono ''concentrati massicciamente'' proprio sulle risorse per gli investimenti pubblici e le infrastrutture, che sono ''tipicamente la modalita' di spesa piu' idonea a generare crescita economica stabile''. Gli altri grandi paesi, allo stesso tempo, ''hanno potuto impostare le proprie
strategie di ripresa economica sul finanziamento di grandi programmi di sviluppo infrastrutturale; programmi in grado di assolvere sia alla
funzione di sostegno anti-ciclico di breve periodo che a quella di ampliamento della capacita' produttiva di sistema''.
Guardando invece dentro il paese, il presidente sottolinea il dislivello tra il sud e il resto d'Italia, con un Mezzogiorno, nel quale, ''alla frammentazione delle risorse e alla gravi carenze di programmazione e progettazione, si accompagnano gravi difficolta' legate a fattori ambientali che ritardano o bloccano il processo di realizzazione''. Il presidente passa quindi a elencare i principali indirizzi da seguire per il rilancio della politica per le infrastrutture e, in particolare, per le azioni di sostegno delle aree sottoutilizzate. A partire dal riordino delle responsabilita' istituzionali, dalla riunificazione della normativa e delle diverse fonti di finanziamento delle opere e dalla concentrazione degli interventi su poche priorita' selezionate. Secondo Giampaolino occorre inoltre rafforzare l'attivita' di progettazione e potenziare le procedure di monitoraggio e di valutazione ex post dei risultati, anche alla luce della complessiva attivita' di controllo svolta dalla Corte dei conti.
