«Dal Governo più coraggio per il rilancio dei cantieri»
Buzzetti (Ance) valuta il decreto sviluppo
Roma, 2 giugno 2011 - «La nostra valutazione sul decreto sviluppo resta positiva, perché ci sono norme importanti sull'urbanistica e sulle opere pubbliche che chiediamo da tempo. Due osservazioni, però, sono necessarie: la prima è che intorno a questo decreto si può costruire qualcosa di più ambizioso, un quadro che davvero consenta il rilancio del settore; la seconda è che comprendiamo bene la volontà del Governo di mettere un tetto alle riserve eccessive, perché riconosciamo che un problema c'è, ma non condividiamo il modo in cui viene affrontato». Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, l'associazione dei costruttori, tira così la conclusione di tre giorni di lavoro dedicati al decreto sviluppo, al tema della spesa dei fondi per il sud, più in generale al tema delle infrastrutture. Nel seminario tenutosi a Ischia è emerso anche il pieno apprezzamento e la condivisione delle considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che alle infrastrutture ha dedicato un corposo capitolo della ricetta in otto punti per stimolare la crescita. «Ci fa piacere - dice Buzzetti - soprattutto che ci sia condivisione dei numeri che da tempo abbiamo dato sulla riduzione delle risorse pubbliche destinate al settore, ma anche sulla spesa dei fondi comunitari e Fas». Sulle due questioni l'Ance ha proposte concrete. «La penso come Emma Marcegaglia - dice ancora Buzzetti - quando dice che non bisognerebbe mai scendere sotto i 2,5 punti percentuali del Pil destinato alle infrastrutture e al tempo stesso ribadisco che i fondi Fas e Ue vanno destinati rigorosamente alle infrastrutture. Su questo noi pretendiamo che si faccia un ragionamento con il Governo e con la politica. È un errore grave pensare di destinare questi fondi ai deficit sanitari come si è fatto in passato o a un credito di imposta che non crea sviluppo, come si fa ora con il decreto». Il convegno Ance ha lanciato anche un altro tema che finora aveva diviso - dentro l'Ance - le grandi imprese dell'Agi da quelle medie: il futuro del general contractor. «Noi non chiediamo riserve per certe tipologie di imprese - dice Buzzetti - ma bisogna smetterla con il gigantismo negli appalti, con queste forzature che portano a privilegiare sempre grandi tagli. Si parla di smalll business act europeo e della legge italiano per recepirlo, per poi assistere ancora a queste forzature. Il general contractor non può essere la soluzione a tutti i problemi. Siamo d'accordo, Ance e Agi, che sia possibile un modello in cui le medie imprese lavorano nelle grandi opere guidate dalle grandi imprese». Draghi ha lanciato non poche suggestioni anche sul tema dei concessionari autostradali che pagano costi e tempi eccessivi nella realizzazione delle opere. «Nulla da dire - commenta Buzzetti - sull'attuale amministratore delegato di Autostrade Castellucci che si sta impegnando molto per far andare il sistema dei lavori. Dico però che c'è un problema di regole che deve garantire, più di quanto accada finora, un maggiore spazio per il mercato e un rispetto dei tempi di pagamento per le imprese che lavorano bene». Sul decreto legge per favorire lo sviluppo, l'unica norma che l'Ance discute è quella sulle riserve. «Capisco che il problema esista - ripete il presidente dell'Ance - ma non si può partecipare per mesi a un tavolo dal ministro Matteoli per concordare le misure per il settore e poi trovarsi improvvisamente la soluzione nel decreto legge senza che nessuno ne sapesse nulla». Quanto al merito, la misura appare eccessivamente rigida. «Cosa succederà in caso di errori progettuali? È evidente che mettere un tetto non basta. Bisogna cambiare sistema. E il sistema che proponiamo noi è quello di una responsabilizzazione delle imprese, ma anche di tutti gli altri soggetti in campo, attraverso la consultazione preventiva sul progetto. È il modello della Banca Mondiale. Discutere il progetto prima di metterlo in gara e modificarlo nel senso auspicato dalle imprese serve a ridurre gli errori progettuali e anche il contenzioso».