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Briciole di pane

Fas, allarme dell'Ance sulla spesa infrastrutture

Opere pubbliche a rischio

Milano, 31 maggio 2011 - La riprogrammazione dei fondi Fas 2007-2013 e il riutilizzo dei fondi 2000-2006 non spesi, prevista dal Governo fin dal decreto 112/2008 e poi rilanciata con la delibera Cipe del 30 luglio 2010 e dal piano Sud del 9 novembre scorso, è ancora impantanata, senza atti concreti. L'allarme viene ancora una volta dall'Ance (riunita il 30 maggio a Ischia con la Consulta dei presidenti delle "territoriali"), che aggiunge questa volta un'ulteriore preoccupazione: il rischio cioè che questi continui ritardi portino ora a sbloccare nel breve termine solo spesa corrente e investimenti immateriali, concentrando su grandi opere ad avvio lento tutta la spesa per infrastrutture (che in base ai programmi vigenti è circa il 60% del totale, 30 miliardi su 50). «Le risorse statali per le infrastrutture — spiegano all'Ance — sono state ridotte del 34% nel triennio 2009-2011». «In particolare — continuano — sta scomparendo la spesa ordinaria le risorse per le opere dei provveditorati alle Opere pubbliche, ad esempio, sono scese dai 184 milioni del 2008 ai 46 del 2011. Oggi, dunque, tre quarti delle risorse sono concentrate in quattro capitoli, Fas (85% al Sud), co-finanziamento Fesr, legge obiettivo e opere Fs». «Di conseguenza — questo il ragionamento dell'Ance — la politica infrastrutturale nazionale è possibile solo con un utilizzo rapido ed efficace di questi fondi» (solo il Fas rappresenta il 43% delle risorse oggi esistenti per le infrastrutture). «L'Ance — spiega Antonio Gennari, direttore Area economica — ha condiviso con il ministro Fitto l'obiettivo di rendere la spesa più efficiente e veloce. Tuttavia riprogrammare questi fondi e utilizzarli solo per grandi opere rischia di provocare un ulteriore slittamento della spesa e di modificare la struttura della domanda di opere pubbliche, provocando un ulteriore calo dei bandi di gara di opere di media e piccola dimensione».
«Temiamo — -dice chiaramente Angelo De Cesare, vicepresidente Ance con delega al Mezzogiorno — che sia un ennesimo tentativo di Tremonti per rallentare la spesa in infrastrutture». Negli ultimi mesi due sono stati gli unici. fatti concreti: la delibera Cipe dell'11 gennaio che ha ufficializzato il taglio Fas di cinque miliardi (sui 30 rimasti) della legge di stabilità 2011 e poi quella del 23 marzo che ha destinato 1,3 miliardi dei 25,3 rimasti al ripiano del disavanzo sanitario di Lazio, Abruzzo e Campania. «Ora c'è un progetto dei Governo — spiega De Cesare — che sta "tentando" anche Confindustria, che prevede di accelerare la spesa dei fondi strutturali e Fas 2007-2013 riprogrammandola da una parte per credito d'imposta, incentivi fiscali e banda larga, e dall'altra per poche grandi infrastrutture». «Questo non sbloccherà la spesa per le infrastrutture nel breve termine — incalza De Cesare — mentre una ricognizione effettuate dai nostri uffici ha consentito di evidenziare che esistono nei piani Fas regionali molte opere subito cantierabili, che non partono perché da due anni il Governo non approva i programmi».
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Alessandro Arona - Il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio