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Briciole di pane

Fercargo bussa alla Ue contro le Fs

Le aziende attive nel trasporto merci verso il ricorso in Commissione sul dossier Scali

Milano, 13 gennaio 2011 - Sono decise a bussare a Bruxelles le aziende del trasporto merci su rotaia attive in Italia. Deutsche Bahn, le ferrovie francesi e quelle austriache, Veolia, e le altre riunite in Fercargo (l'associazione di settore). non ci stanno ad accettare la riduzione da 240 a 71 degli scali e dei terminal ferroviari a loro disposizione, come previsto da una direttiva della presidenza del consiglio dei ministri del 2009. L'iniziativa non è ancora stata ufficializzata, ma Fercargo sarebbe decisa ad andare avanti e presentare un ricorso alla Commissione europea, dopo quello straordinario al Presidente della Repubblica, già inoltrato nel novembre del 2009. Quest'ultimo provvedimento è stato depositato direttamente presso il Consiglio di Stato, che lo scorso 10 gennaio ha pubblicato le motivazioni che hanno spinto i giudici amministrativi a rinviare il pronunciamento. Nel documento si legge che, dopo aver accolto memorie da entrambe le parti, compagnie private e Fs, i giudici amministrativi hanno deciso di chiedere al governo italiano i carteggi scambiati con la Commissione europea, che «avrebbe chiesto chiarimenti sull'atto». Adesso la presidenza del consiglio ha 40 giorni di tempo per depositare la documentazione richiesta dai giudici amministrativi, che si riuniranno nuovamente per discutere del caso il prossimo 23 marzo. Ma prima di allora porrebbe partire la segnalazione delle aziende alla Commissione europea che si è mossa di recente per venire incontro alle rimostranze del consorzio Db-Obb EuroCity, formato da Deutsche Bahn, Ferrovie austriache e LeNord, attivo nel trasporto passeggeri. Lo scorso 22 dicembre l'esecutivo Ue ha inviato all'Italia una lettera di pre-infrazione, chiedendo entro fine febbraio una risposta relativa alla decisione di impedire al consorzio le fermate intermedie, sul territorio italiano, tra le destinazioni di partenza e arrivo. La commissione non ritiene adeguata la giustificazione addotta dall'ente che regola i servizi ferroviari italiani (Ursf) per limitare l'operatività della società privata, cioè la necessità di non compromettere l'equilibrio economico del contratto di servizio con cui le Fs sono impegnate a gestire il trasporto locale nelle regioni interessate dal collegamento. E l'Antitrust, sempre qualche settimana fa, ha aperto un'istruttoria sulla società guidata da Mauro Moretti per un caso del tutto simile, che ha come protagonista, questa volta, una piccola impresa italiana, Arenaways, che ha lanciato i suoi servizi di collegamento tra Milano e Torino lo scorso novembre. Un vero e proprio accerchiamento per le Fs, che però tirano dritto al momento, anche nell'applicazione della direttiva sugli scali e i terminal. Lo scorso agosto, con una circolare. Rfi ha avvertito le 22 aziende attive nel trasporto merci in Italia che con il nuovo orario di servizio (dicembre 2010-dicembre 2011) il numero degli impianti e degli scali a loro disposizione sarebbe stato ridotto a 71. E già prima, a valere sul bilancio 2009, la controllata di Fs che gestisce la rete (titolare dei beni in questione) ha girato a Trenitalia (attiva nel trasporto passeggeri) 11 impianti di manutenzione e 20 aree limitrofe, per un valore complessivo di 620 milioni.

(Fonte: Milano Finanza)

Luisa Leone