Gli auguri di Giuseppe Scanni, assieme al poeta Caproni
Chissà cosa troveremo a casa dopo le Ferie? Il Palazzo è inquieto, ma anche l’industria vive nervosamente una ripresa degli ordinativi e delle esportazioni che il giornale della Confindustria definisce, con sussiego, "ripresina". Chissà se è vero che la maggior parte degli italiani abbia scelto, come accadeva tanto tempo fa, di trascorrere in Italia le vacanze. Chissà se è vero che, nonostante la comodità delle Frecce Rosse, gli italiani abbiano continuato a viaggiare in auto, resi più consapevoli dal nuovo Codice della strada ma con maggiore serenità. A Ferragosto si incrociano i destini di chi parte,di chi ritorna, di chi è restato fermo tra l’altrui movimento. A tutti un augurio per conseguire l’auspicato bonheur, assieme ad un invito speciale del poeta Giorgio Caproni che, nella raccolta “Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee” (1960-1964), richiama alla:
Qui dove siamo giunti, l’occhio
Si sa che a una certa altezza
Abbiamo camminato,
Possiamo di qui già vedere
Ci sono mormorii