Green economy, anche in Italia possibile una svolta dell'economia in chiave ecosostenibile
Presentato oggi il Rapporto dell'Enea e della Fondazione per lo sviluppo sostenibile
Roma 14 dicembre 2012 – Sono sei i settori strategici per lo sviluppo della green economy in Italia: eco innovazione, efficienza, risparmio energetico, energie rinnovabili, uso efficiente delle risorse, prevenzione e riciclo dei rifiuti; filiere agricole di qualità ecologica e mobilità sostenibile. È questo il dato che emerge dal Rapporto presentato dall’Enea e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile oggi all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. L’analisi di questi settori strategici, anche sulla base dei confronti internazionali, evidenzia come proprio in Italia una svolta economica in chiave ecologica abbia rilevanti potenzialità di sviluppo. Nel campo dell'eco-innovazione, ''in buona parte importata'', l’Italia è al sedicesimo posto nell'Europa a 27, al di sotto della media Ue. Va meglio sulle certificazioni di gestione ambientale, la produttività energetica, l'intensità delle emissioni di gas serra; positivo il dato sull'occupazione nelle eco-industrie che impegna il 2,12% della forza lavoro (media europea all'1,53%). Interessante la formazione: in Italia ci sono 193 corsi universitari sull'economia verde.
Grazie a misure di efficienza energetica su 11.000 uffici pubblici, 30.000 scuole, 70.000 social housing (condomini che condividono alcuni tipi di servizi) è possibile un risparmio nel 2020 pari alla riduzione del 33% dei consumi (un milione di tonnellate equivalente di petrolio, Mtep). L'ottenimento di questi risultati è legato però a una rivisitazione del ''sistema delle incentivazioni e detrazioni'', che nel periodo 2007-2010 hanno prodotto investimenti per 12 miliardi di euro e oltre 40.000 posti di lavoro salvati all'anno. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, le auto taglia-emissioni dovrebbero entrare a far parte di progetti per città laboratorio sui trasporti sostenibili, anche grazie a nuove tecnologie: auto ibrida ed elettrica, biocarburanti. I sistemi di gestione del traffico potrebbero portare a una riduzione delle emissioni di gas serra fino a 75 milioni di tonnellate al 2030. Quanto al capitolo rifiuti, riuso e riciclo sono le strade da percorrere: i costi scendono laddove si differenzia di più.
Sul capitolo rinnovabili, settore che nel 2011 ha rappresentato il terzo per approvvigionamento energetico (dopo petrolio e gas), si è registrato l'incremento maggiore tra tutte le fonti, con un +7%. "La crescita maggiore è del fotovoltaico cresciuto di oltre cinque volte e mezzo rispetto al 2010 e con 9,3 GW installati nel 2011 ha reso l' Italia il primo mercato al mondo del fotovoltaico. L'Italia risulta anche il terzo paese dell'Ue per occupati nelle rinnovabili, dopo Germania e Francia, con 108.150 occupati. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2020 è stato anche stabilito un 'burden sharing' fra le regioni italiane", spiega il Rapporto. La regione che dovrà generare più energia rinnovabile è la Lombardia con 2.905 ktep, seguita da Piemonte e Toscana. Se si compie un' analisi dei consumi di rinnovabili, le regioni da cui si attende il maggior consumo sono Marche e Sicilia".
Restiamo il Paese che continua a pagare una bolletta energetica salata perché siamo costretti a importare gran parte dell’energia consumata. Per queste ragioni percorre la strada di una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico è l’unica risposta plausibile. Allo stesso tempo, un forte sviluppo dell’industria del riciclo comporterebbe un grande vantaggio per la nostra industria manifatturiera che importa ingenti quantità di materie prime.
Grazie a misure di efficienza energetica su 11.000 uffici pubblici, 30.000 scuole, 70.000 social housing (condomini che condividono alcuni tipi di servizi) è possibile un risparmio nel 2020 pari alla riduzione del 33% dei consumi (un milione di tonnellate equivalente di petrolio, Mtep). L'ottenimento di questi risultati è legato però a una rivisitazione del ''sistema delle incentivazioni e detrazioni'', che nel periodo 2007-2010 hanno prodotto investimenti per 12 miliardi di euro e oltre 40.000 posti di lavoro salvati all'anno. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, le auto taglia-emissioni dovrebbero entrare a far parte di progetti per città laboratorio sui trasporti sostenibili, anche grazie a nuove tecnologie: auto ibrida ed elettrica, biocarburanti. I sistemi di gestione del traffico potrebbero portare a una riduzione delle emissioni di gas serra fino a 75 milioni di tonnellate al 2030. Quanto al capitolo rifiuti, riuso e riciclo sono le strade da percorrere: i costi scendono laddove si differenzia di più.
Sul capitolo rinnovabili, settore che nel 2011 ha rappresentato il terzo per approvvigionamento energetico (dopo petrolio e gas), si è registrato l'incremento maggiore tra tutte le fonti, con un +7%. "La crescita maggiore è del fotovoltaico cresciuto di oltre cinque volte e mezzo rispetto al 2010 e con 9,3 GW installati nel 2011 ha reso l' Italia il primo mercato al mondo del fotovoltaico. L'Italia risulta anche il terzo paese dell'Ue per occupati nelle rinnovabili, dopo Germania e Francia, con 108.150 occupati. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2020 è stato anche stabilito un 'burden sharing' fra le regioni italiane", spiega il Rapporto. La regione che dovrà generare più energia rinnovabile è la Lombardia con 2.905 ktep, seguita da Piemonte e Toscana. Se si compie un' analisi dei consumi di rinnovabili, le regioni da cui si attende il maggior consumo sono Marche e Sicilia".
Restiamo il Paese che continua a pagare una bolletta energetica salata perché siamo costretti a importare gran parte dell’energia consumata. Per queste ragioni percorre la strada di una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza e del risparmio energetico è l’unica risposta plausibile. Allo stesso tempo, un forte sviluppo dell’industria del riciclo comporterebbe un grande vantaggio per la nostra industria manifatturiera che importa ingenti quantità di materie prime.