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Briciole di pane

I Campioni delle Autostrade

da Il Sole 24 Ore - Edilizia e Territorio

8 novembre 2010

Inchiesta sulle nuove tratte affidate in concessione: la situazione e le imprese di costruzione.
Lavori in avvio per 10 miliardi


II ruolo chiave delle imprese di costruzione del Gruppo Gavio (Itinera, Codelfa, Consorzio Aci), i "colpi" grossi del Consorzio Sis (controllato dagli spagnoli di Sacyr), le ramificazioni di Pizzarotti e Coopsette, il peso di Impregilo, l'attivismo delle imprese venete (Mantovani, Mal-tauro, Mazzi, Rizzani).

È questo il quadro che emerge dall'inchiesta di «Edilizia e Territorio» sulle imprese di costruzione attive nei lavori per le nuove tratte autostradali in project financing. Le imprese cioè che hanno ottenuto, o puntano a ottenere, appalti dalla società concessionarie. Un business che passa sostanzialmente per il fatto di partecipare, fin dall'inizio, nella cordata promotrice o che comunque partecipa alla gara di concessione.


QUALI PROCEDURE Quasi tutte le concessioni finora rilasciate permettono infatti alla concessionaria di realizzare il 100% dei lavori in house, con società controllate, collegate o facenti parte della coniata. A decidere è il bando di gara e la linea dell'in house "libero" è stata seguita in tutti i bandi gestiti (direttamente o no) dalle Regioni (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna) e in quasi tutti quelli Anas. L'unica eccezione resta quella della gara Brebemi, avviata nel dicembre 2001, che imponeva l'affidamento a terzi del 30% dei lavori, clausola che però l'Anas non ha più replicato, né nella gara Asti-Cuneo del 2003 né nelle gare lanciate (e in corso) negli ultimi anni (Ragusa-Catania, Porto di Ancona, Ferrara-mare, Capua-Grazzanise).

UN BUON AFFARE Quello delle concessioni autostradali è dunque un business che comporta, per le imprese di costruzione, il salto di qualità dell'investimento a lungo termine, rispetto al mercato sicuro degli appalti pubblici. Tuttavia le imprese di costruzione detengono di solito quote marginali delle società di progetto, ma ottengono poi i lavori per quote ben superiori. Un paio di esempi. Pizzarotti e il consorzio cooperativo Ccc hanno il 3,1% ciascuno nella società concessionaria Brebemi Spa, ma hanno ottenuto da questa in appalto il 50% ciascuna dei lavori in house (737 milioni, una quota del 30% deve essere messa in gara). Coopsette ha il 18% della concessionaria Cremona-Mantova, e Profacta il 12%, ma otterranno rispettivamente il 60 e il 40% dei lavori (762 milioni, 100% in house). E poi ancora: Impregilo ha il 15,5% di Tem e ottiene il 34% dei lavori (in tutto 1.300 milioni, al 100% in house). Nella stessa opera (tangenziale esterna di Milano), Pizzarotti ha il 7,9% e ottiene il 23% dei lavori, Coopsette il 4,2% della concessionaria e prende 1'11% dei lavori. Si tratta in sostanza di due operazioni diverse. Da una parte il contratto per realizzare i lavori, che è un appalto, con pagamento a Sal come tutti gli appalti di lavori. E con il considerevole vantaggio di non incappare nel rischio dei blocchi di pagamenti tipici della pubblica amministrazione. Con i lavori in avvio su Cispadana, Cremona-Mantova e Tem, ad esempio, una media impresa come Coopsette prevede di avere nel 2013 il 30% del fatturato da lavori in corso sulle autostrade in cui è socia della concessionaria. Dall'altra parte c'è l'investimento a lungo termine nella concessionaria, con quote come abbiamo visto più basse rispetto a quelle di lavori, e comunque con la prospettiva di poter avere, una volta che l'opera entrerà in gestione, un flusso di cassa quasi certo ogni anno. Già oggi questo cash flow rappresenta per Impregilo (con le concessionarie autostradali estere) il 10% del fatturato.

LA SITUAZIONE L'operazione "nuove tratte autostradali in concessione" (quelle al di fuori degli ammodernamenti di competenza delle vecchie concessionarie) sta finalmente passando dalle procedure ai cantieri. Le prime gare erano partite dieci anni fa (Brebemi dicembre 2001) ma fino a poco tempo fa tutto era ancora impantanato in procedure di gara, approvazione dei progetti, convenzioni da firmare e registrare. Ora però si stanno aprendo i cantieri. I lavori della Asti-Cuneo affidati alla concessionaria (988 milioni) sono partiti nel 2008 (in pesante ritardo sulla tabella di marcia del 2003), e quelli della Brebemi (1.030 milioni) alla fine del 2009. A febbraio 2010 sono partiti i lavori per il primo lotto della Pedemontana Lombarda (629 milioni, unica opera interamente in gara di lavori in quanto la concessionaria è priva di costruttori). A fine anno/inizio 2011 si prevede l'avvio dei cantieri per la Pedemontana veneta (1.650 milioni). A fine 2011/inizio 2012 dovrebbe essere la volta della Tem (1.300 milioni di lavori) e nel 2012 è prevedibile la partenza delle ruspe per Cispadana (908 milioni), Cremona-Mantova (417) e Broni-Mortara (600). In sintesi, sono partiti nel 2008-2009 lavori per due miliardi di euro, nel 2010 per 630 milioni, nel 2011 (compresa Pedemontana veneta) ne partiranno per 3,95 miliardi, nel 2012 (compresa Cispadana) per 3,6 miliardi. A inizio 2013 dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere attivi cantieri per 10,2 miliardi di euro. Questo solo per le tratte con concessione già definitiva. Poi ci sono le concessioni non ancora ufficiali, come la Pedemontana piemontese (565 milioni), e le gare in corso, che in tutto valgono circa 5,4 miliardi di euro. E non finisce qui. Le opere programmate e di possibile futuro avvio valgono altri 15,7 miliardi (di cui però 9,5 per la Orte-Mestre, il cui avvio è per ora improbabile).

Alessandro Arona da Il Sole 24 Ore - Edilizia e Territorio