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Briciole di pane

I cinesi sono interessati al Ponte sullo Stretto

La società Stretto di Messina deve reperire sul mercato finanziario il 60% dell'investimento

Messina, 13 marzo 2011 - La Sicilia titola oggi "I cinesi sono interessati al Ponte sullo Stretto e al porto di Augusta da trasformare in hub" e scrive "La società Stretto di Messina, che ha affidato la realizzazione dell'opera alla cordata Impregilo, deve reperire sul mercato finanziario il 60% dell'investimento, circa 4 miliardi, e i cinesi sarebbero pronti a compartecipare («Poi bisognerà vedere in quale quota», dice il direttore generale della Regione per le relazioni esterne Francesco Attaguile), tanto che al recente insediamento dell'ambasciatore italiano a Pechino i governanti cinesi hanno detto «che investire sul Ponte più lungo del mondo sarà uno dei terreni di cooperazione tra i nostri due Paesi». Tenuto conto che il Ponte dovrebbe essere ultimato nel  2017, in questo lasso di tempo potrebbe essere anche pronto l'hub portuale di Augusta e anche l'alta capacità ferroviaria potrebbe arrivare in Sicilia, come promesso dall'amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti. E' tutta una questione di progetti e di soldi. I tempi ci possono essere, gli spazi di manovra pure, ma non bisogna dormirci sopra. Da quanto tempo si parla di bonificare la rada augustana? Dopo il terrificante terremoto del Giappone di 8.9 della Richter molti si chiedono se il Ponte sarà sicuro. Noi diciamo due cose: la prima è che in Giappone nessun ponte - e ce ne sono migliaia - è crollato e che il Ponte sullo Stretto sarà in pratica realizzato dai giapponesi che sono maestri del settore, come ci disse Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo; l'altra cosa è che nella zona sismica dello Stretto, secondo gli scienziati, non ci potrà mai essere un sisma di oltre 7,1, mentre il Ponte reggerebbe uno di 8 gradi della Richter. E quindi niente paura del nuovo. Il Ponte dello Stretto non corre rischi. Se poi la terra dovesse impazzire e dovesse accadere un eventuale terremoto superiore a 8 gradi, in quell'area non si salverebbe nessuno, altro che Ponte. Ma nella storia in Sicilia non c'è mai stato un sisma di questa potenza, anche se nel 1693 il terremoto distrusse Catania e il Val di Noto: ma allora il cemento era sconosciuto e le abitazioni crollarono come fossero di carta. Dunque i cinesi guardano lontano, al Ponte e al porto di Augusta".

Tony Zermo

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