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Briciole di pane

Il cantiere low cost: prima il decreto, poi nuova legge obiettivo

In preparazione in arrivo una raffica di misure che vanno a impattare sulla partita infrastrutturale

Milano, 27 giugno 2011 - Si è appena aperta la stagione delle grandi opere low cost e il cantiere è già in piena attività: ad animarlo, direttamente o attraverso la collaborazione con fondazioni politiche come Astrid, Res Publica e Italiadecide, è il Governo, con una coesione e un attivismo che non si vedevano da anni. La novità è che la spinta alla riduzione dei costi come precondizione per ripartire con le opere arriva anzitutto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che in passato aveva sempre frenato e ora è già passato ai fatti su due grandi opere specifiche: l'autostrada Tirrenica Livorno-Civitavecchia, che è stata sbloccata dopo un sostanziale dimezzamento dei costi da 3,9 a 2 miliardi; la Torino-Lione per cui il ministro scrisse già un anno fa una lettera ultimativa alla commissione intergovernativa italo-francese per chiedere un abbattimento di costi come precondizione per arrivare a un finanziamento del Tesoro. L'opera del Corridoio europeo numero 5, come dicono le cronache di questi giorni, soffre di molti altri problemi, che ne rendono incerta la realizzazione, ma sul principio della riduzione dei costi attraverso la suddivisione in più fasi, la linea Tremonti è ormai passata e su un nuovo progetto "leggero" è impegnata la commissione intergovernativa. Se le due grandi opere sono state il punto di attacco della strategie delle opere low cost per le casse dello Stato, ora in preparazione c'è una raffica di misure e provvedimenti che vanno a impattare direttamente sulla partita infrastrutturale. Archiviato il decreto legge per lo sviluppo con la prima tranche di misure sulle riserve, che riducono gli extracosti imposti dalle imprese in corso di realizzazione dei lavori, la manovra dovrebbe occuparsi di grande opere almeno nel senso di riprogrammare e rimodulare finanziamenti rimasti incagliati nella legge obiettivo. La parte più interessante dell'operazione low cost arriverà però con un decreto legge che recepirà, in forma sintetica, le 89 misure contenute nel rapporto presentato dalle tre fondazioni politiche guidate da Franco Bassanini, Eugenio Belloni e Luciano Violante. Il rapporto è il frutto di un tavolo di lavoro coordinato dal vice-ministro Roberto Castelli che punta soprattutto a creare le condizioni per un maggiore impegno dei capitali privati nella realizzazione di infrastrutture. Nel decreto legge- che potrebbe essere varato prima della pausa estiva o, al più tardi, alla ripresa- finiranno questi incentivi proprivati, ma anche misure più generali per il contenimento dei costi e per la certezza dei tempi, per la semplificazione dell'iter amministrativo, per una revisione dei programmi sulla base di più rigorose analisi costi-benefici. Come si vede, il decreto legge diventa la terza via attraverso la quale si procede a una selezione realistica degli attuali programmi faraonici di realizzazione delle grandi opere, dividendo le opere tra "serie A" e "serie B". Ma la vera questione che si porrà presto è se si debba inserire nel decreto anche la riforma della legge obiettivo. Tutti considerano necessario, dopo dieci anni, un tagliando della disciplina quadro sulle grandi opere. Per qualcuno, però, questa riforma dovrebbe andare per conto proprio, in un momento successivo. Le grandi imprese dell'Agi sono contrarie a questa prospettiva, ma molti pensano che non sarebbe una buona scelta mettere insieme l'intervento innovativo proprivati con quello del general contractor vecchio stampo creato dalla legge obiettivo.

Giorgio Santilli (Fonte: Il Sole 24 Ore)