Il Parlamento approva le quote di genere
Più donne nei CdA a partire dal 2012
Roma, 5 luglio 2011 - Martedì scorso, 28 giugno, il Parlamento ha approvato in via definitiva la nuova normativa che introduce le quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende quotate in Borsa e delle società a partecipazione pubblica. In base a questa legge i Cda dovranno essere composti da un quinto di donne a partire dal 2012 (20% nel primo mandato) e da un terzo dal 2015 (il 33,3% nel secondo mandato). Le nuove regole entreranno quindi a pieno regime nel triennio del mandato 2015-2018.
In caso di mancato adeguamento, l’autorità di controllo della Borsa, la Consob, inviterà le aziende a ridisegnare il Cda per adeguarsi alla legge. Se non accadrà nulla scatteranno le multe: da 100mila euro a 1 milione per i Cda e tra 20mila e 200mila euro per i collegi sindacali. Nel caso di ostinata sordità ai richiami, le compagnie rischieranno l’annullamento degli organismi di controllo.
Le quote cosiddette "rosa" (definizione esclusivamente italiana, negli altri paesi sono chiamate "quote di genere") sono delle regole legali (costituzionali o legislative) o delle disposizioni interne agli statuti, che fissano un minimo di donne o una proporzione da rispettare per entrambi i sessi in determinati settori.
Sebbene molto discusse, le quote sono state introdotte in un numero crescente di paesi in tutto il mondo, inserite principalmente nelle liste elettorali per garantire una maggiore presenza di donne, storicamente sottorappresentate nei parlamenti e negli organi decisionali di tutto il mondo.
La prima nazione ad introdurre le quote rosa obbligatorie è stata la Norvegia. Dal 2006 le aziende quotate a Oslo sono obbligate a garantire l’ingresso delle donne nei consigli. L’obiettivo era il 40 per cento entro il 2008. Nel 2010 il governo norvegese ha presentato i risultati della legge: le quote rosa nei Cda hanno superato gli obiettivi, le donne ricoprono oggi il 41 per cento dei vertici aziendali.
A parte i virtuosi scandinavi anche altri paesi europei hanno già introdotto le quote rosa: nel 2007 la Ley de Igualdad voluta da Zapatero ha introdotto in Spagna l’obbligo per le compagnie con più di 250 impiegati di raggiungere il 40 per cento nei Cda entro otto anni, cioè entro il 2015.
In Germania il governo sta agendo attraverso la «moral suasion», ossia sta chiedendo alle aziende di aumentare volontariamente le quote ai vertici. Deutsche Telekom e Siemens hanno già annunciato che provvederanno a migliorare la presenza femminile nei Cda.