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Briciole di pane

Impennata delle fonti fotovoltaiche nel 2011: 117 mila impianti in nove mesi

Dai dati del rapporto dall'Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena emerge un maggiore utilizzo dei pannelli fotovoltaici al Nord

Roma, 17 ottobre 2011 - Il resoconto dall'Area Research di Banca Monte dei Paschi di Siena parla chiaro: il mix di fonti rinnovabili utilizzate nella produzione di energia elettrica è "in rapido mutamento", con un "notevole incremento" dell'eolico e delle bioenergie. La crescita di questo comparto in Italia nel 2011 sta proseguendo a ritmi molto elevati, nonostante la crisi economica in corso; in termini relativi la crescita più consistente ha riguardato il solare fotovoltaico. Nel periodo di riferimento gennaio–settembre 2011, risultano entrati in esercizio quasi 117.000 impianti per una potenza allacciata di oltre 7GW (più del doppio dell'intero 2010).

Attualmente il Paese che detiene il primato nel mercato fotovoltaico è la Germania, ma secondo il Gse (Gestore dei Servizi Energetici) la potenza fotovoltaica installata alla fine del 2011 dall’Italia potrebbe raggiungere i 12 GW e il numero di impianti salire a 350.000 unità. Il bel Paese si piazzerebbe, così, al primo posto nella graduatoria mondiale per la potenza entrata in esercizio nel 2011, superando di tre volte il corrispondente dato tedesco. Il ritmo di crescita in questo particolare settore, spiega la ricerca di Mps, "è trainato dagli incentivi e dalle agevolazioni contenute nel 'Conto Energia', di cui nel 2011 è entrata in vigore la quarta edizione, differenziate oltre che per tipologia di impianto solare, anche per data di attivazione dell'impianto". Nella ricerca, gli analisti di Banca Monte dei Paschi evidenziano che "investire nel fotovoltaico offre un rendimento intorno al 5% in termini reali", con un vantaggio economico "soprattutto se l'intervento viene effettuato nel 2011, piuttosto che nel 2012". Sempre secondo questi ultimi, anticipare l'attivazione dell'impianto di pochi mesi determina un ‘break even’ (un valore che indica la quantità, espressa in volumi, di produzione o fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti) inferiore, proprio a causa della riduzione delle tariffe incentivanti di circa il 15% nel primo semestre 2012. Osservando, inoltre, l’intervallo di tempo necessario affinché un investimento di capitale sia in grado di produrre risultati reddituali tali da compensare il suo costo (payback period) gli analisti hanno verificato che nel caso di "un impianto ad uso domestico con scambio sul posto (compensazione tra i valori dell'energia elettrica prodotta e quella prelevata), con un investimento realizzato ad ottobre 2011, il payback sarebbe di 14 anni, mentre - posticipando l'investimento nel 2012 - il payback sarebbe di 15 anni.

Anche il tasso interno di rendimento in termini reali dei due investimenti, a 30 anni, secondo gli analisti è diverso: nel primo caso – rilevano – è di 5,22%, nel secondo di 4,66%. Resta comunque preponderante il ruolo del Nord nei pannelli fotovoltaici. Infatti, secondo i dati del Gse alla fine del 2010, nel Nord risultava ubicato circa il 58% delle installazioni, mentre nel Sud il 25%. La Lombardia è la regione con il maggior numero di impianti ma, in termini di potenza installata, il primato spetta alla Puglia. Altro aspetto importante preso in considerazione dall’analisi è quello relativo ai rendimenti economici di diverse tipologie di impianti (ad uso domestico e grandi impianti), assistiti da finanziamenti bancari. "Nonostante il costo del finanziamento, il Tir (Tasso Interno di Rendimento) in termini reali a 30 anni, è di circa il 4% (3,69%) per gli impianti ad uso domestico, e per i grandi impianti - concludono gli analisti di Mps - di circa il 3% (al lordo della tassazione sul reddito)". Quindi, "ipotizzando un investimento di 20.000 euro, al Nord si ha un payback di 15 anni e un Tir (Tasso Interno di Rendimento) del 4,84%, mentre al Sud - affermano i ricercatori di Mps - con lo stesso investimento iniziale, si ha un payback di 11 anni e un Tir del 7,83%. Un dato molto significativo: ritorno economico e tempi di break even migliorano rispettivamente del 62% e del 30%".

Dall'analisi effettuata emerge inoltre come il rendimento economico sia fortemente influenzato anche dalla posizione dell'impianto: "A causa del diverso irraggiamento solare dell'Italia, a parità di caratteristiche tecniche, gli impianti fotovoltaici hanno infatti una maggior resa al Sud, determinando così - avvertono gli analisti - un diverso ritorno dell'investimento a seconda della zona geografica interessata". Al Nord, infatti, prevalgono i piccoli impianti su tetti (lastrici o coperture varie) a carattere familiare (scambio sul posto), mentre al Sud prevalgono i grandi impianti ('centrali fotovoltaiche'), progettati per l'immissione totale in rete".

Chiara Biggi