Auto elettriche: l’Italia è il paese in cui le vendite sono scese più di quelle della media del mercato
Gli italiani scettici rispetto alle auto elettriche, ibride plug-in incluse

L’Italia è il solo grande mercato europeo in cui, nel 2022, le vendite di auto elettriche a batteria hanno subito una diminuzione: -23,8% nel periodo incluso da gennaio e settembre. Come riportato da Mattia Eccheli su “La Stampa” nel nostro Paese le vendite sono scese più di quelle della media del mercato, -11,6% ne primi undici mesi, malgrado siano ancora disponibili circa 280 milioni di euro di incentivi.
L'Unrae, l'associazione dei costruttori stranieri che operano in Italia, prevede per fine anno 1,3 milioni di registrazioni, ai minimi da 44 anni a questa parte. Il già datato parco circolante nazionale è ulteriormente invecchiato negli ultimi 36 mesi (12,2 anni), durante i quali il mercato ha perso 1,612 milioni auto e nelle casse dello Stato è affluita meno Iva per 7,85 miliardi.
La quota di auto elettriche in Germania è del 38,2%, nel Regno Unito del 21,4%, in Francia è del 21,2%, in Francia del 9,5% mentre in Italia è dell’8,8%.
In Germania, primo mercato continentale, le cose sono diverse: entro dicembre si possono ottenere fino a 9.000 euro di incentivo per auto, mentre in Italia sono 7.500 in caso di rottamazione, e i volumi sono aumentati; in Germania le elettriche hanno una penetrazione attorno al 25%.
Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, ha scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio, esortandola ad intervenire perché “i target ambientali indicati dalla UE impongono una riconversione industriale rapida ed efficace”. “Abbracciare le nuove tecnologie velocizzandone l'adozione a partire dai soggetti che hanno la disponibilità per farlo, velocizzandone al contempo l'abbattimento dei costi di produzione e dei prezzi di vendita, questo è l'unico modo per aumentarne la diffusione per tutti”, è l'appello del manager, che non solo chiede il mantenimento, ma anche il potenziamento degli incentivi all'acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante almeno fino al 2026 per privati e aziende, nonché, fra le altre cose, la revisione dell'impianto fiscale relativo alle auto a basse emissioni e una politica per l'infrastruttura di ricarica e il rifornimento di idrogeno.