La Via blocca le grandi opere
Dal 22 giugno paralisi totale per la commissione del ministero dell'Ambiente
Roma, 14 luglio 2011 - La Commissione Via, l'organo del ministero dell'Ambiente che esprime il via libera ai progetti infrastrutturali ed energetici, è alla paralisi totale dal 22 giugno. In quella data scadeva la vecchia composizione della commissione e gli effetti della legge Calderoli sul taglia-enti ha impedito finora il rinnovo in tempi rapidi. A farne le spese sono opere strategiche come la Tav Torino-Lione, l'autostrada Cecina-Civitavecchia, il piano di sviluppo della rete elettrica nazionale di Terna: totalmente bloccati in attesa di pareri che in alcuni casi, come proprio quello della Tav italo-francese, sono già stati messi a punto e aspettano solo la riunione formale per il voto finale. L'impatto della paralisi è significativo anche dal punto di vista quantitativo: dopo l'intensa opera di smaltimento di progetti fatta dalla commissione, che in tre anni ha concluso 655 istruttorie, si sono nuovamente addensati ora 148 progetti in attesa del giudizio ambientale. Di questi 124 arrivano da istruttorie del passato non ancora completate, mentre 24 progetti - tra cui la Cecina-Civitavecchia - si sono aggiunti dopo la scadenza del mandato. Il ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha posto il problema all'interno del Governo già da tempo, lanciando l'allarme di un rischio-paralisi. «Abbiamo chiesto - dice - una deroga con un Dpcm già previsto oppure per via legislativa: l'obiettivo è escludere questo organismo dall'applicazione della legge Calderoli». Il ministro spiega la ragione. «Non avrebbe senso - dice - imporre un taglio sia al numero dei componenti sia ai loro gettoni di presenza anzitutto perché la commissione Via è finanziata non dal Tesoro, ma autofinanziata dai proponenti dei progetti. Inoltre la commissione ha svolto in tre anni un lavoro straordinario di smaltimento dei progetti che si erano accumulati e una riduzione del numero dei componenti ridurrebbe questa capacità di lavoro». Proprio ieri sera Prestigiacomo ha vinto il primo round della sua battaglia. Nella manovra è spuntato un emendamento proposto dall'Ambiente che sancisce la deroga per la commissione Via e per le altre commissioni tecniche insediate al ministero dell'Ambiente. Nel giro di due o tre settimane, la nuova commissione dovrebbe mettersi al lavoro. La paralisi di questo crocevia fondamentale della politica infrastrutturale sembra scongiurata. Anche se gli effetti del blocco peseranno ancora su opere delicatissime che attendono un via libera urgente. Il progetto della Torino-Lione, per esempio, deve assolutamente essere approvato dal Cipe prima dell'estate se si vuole evitare di incorrere nell'azzeramento dei fondi europei minacciato ufficialmente dal commissario Ue ai trasporti, Siim Kallas. Il ministero delle Infrastrutture aspetta il parere di Via per trasmettere la nuova versione del progetto preliminare con il «fasaggio» destinato a renderlo low cost.