Maltempo - Margottini (ISPRA): le imprese italiane sono preparate a intervenire sulla difesa del suolo
Intervistato dall'Ansa, l'esperto ha affermato che su fenomeni rapidi come quelli delle Cinque Terre e di Genova è difficile agire
Roma, 9 novembre 2011 – “In Italia esiste una importante realtà nazionale di imprese preparate a intervenire sulla difesa del suolo e che possono rappresentare anche un argomento di rilancio dell'economia”. Lo ha affermato ieri Claudio Margottini, responsabile dell'attività internazionale del Dipartimento del servizio geologico d'Italia dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Un’iniezione di fiducia, in un periodo in cui il Belpaese è flagellato da bufere climatiche ed economiche.
L’esperto, durante un’intervista rilasciata all’Ansa, ha fatto il punto sulle conoscenze scientifiche e le possibilità di intervento contro le alluvioni e il rischio idrogeologico, sottolineando come l'Italia abbia un’importante base di conoscenza dei fenomeni di dissesto. “Dal 2007 - ha affermato - sappiamo quello che può succedere''.
Margottini inoltre ha rimarcato quanto è stato fatto negli ultimi anni per la difesa del territorio, citando alcuni dati dell'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici. “Nel solo 2010 - ha ricordato - ammontano a 457 i milioni di appalti sulla protezione dal dissesto idrogeologico e settori vicini e il 9% delle imprese italiane sono abilitate a lavorare per la difesa del suolo. Il 3,7% di tutti gli appalti pubblici dello scorso anno hanno riguardato queste aziende''.
A volte, però, conoscenze e preparazione non bastano, e Margottini ne è consapevole. Nel corso dell’intervista, infatti, ha riconosciuto che quando si manifestano fenomeni così rapidi, come quelli che hanno colpito le Cinque Terre e Genova, è difficile intervenire. Per questo ha evidenziato che ci sarà sempre la necessità, da parte degli esperti, “di comprendere i limiti degli interventi e il rischio residuo che sarà necessario gestire adeguatamente”.
Infine, Margottini ha elencato i quattro fattori determinanti sullo stato del suolo: l’evoluzione del clima, la mancanza di una manutenzione “vera” del territorio, il rapporto tra le politiche di urbanizzazione degli ultimi 30-40 anni e le aree a rischio, i limiti della conoscenza scientifica nel settore.
Per quanto riguarda l’evoluzione del clima, l’esperto dell’Ispra ha rilevato che dalle analisi scientifiche sui cambiamenti climatici in atto e futuri sembrerebbe emergere un peggioramento delle condizioni di pericolosità geologica e idraulica del territorio. “In particolare – ha affermato – si prevede, nel quadro di una diminuzione generalizzata delle precipitazioni, l'incremento di piogge intense e di breve durata. Questo – ha aggiunto – favorirà l'innesco di fenomeni franosi e alluvionali a rapida evoluzione (come Sarno, ma anche le Cinque Terre dello scorso 25 Ottobre 2011), difficili da localizzare nella loro ubicazione e capaci di generare gravissimi danni e vittime”. Inoltre sul Mediterraneo è stata notata, negli ultimi decenni, la comparsa di celle temporalesche di limitata estensione, molto simili a microcicloni tropicali.
Per quanto riguarda la manutenzione, Margottini a parlato della “mancanza di una visione equilibrata, dove non esistano esclusivamente l'ingessamento dell'ambiente oppure il depauperamento selvaggio di questo”. L’esperto ha quindi delineato il rapporto tra le politiche di urbanizzazione degli ultimi 30-40 anni e le aree a rischio, evidenziando come siano state generate esposizioni importanti di insediamenti e infrastrutture in aree soggette a fenomeni estremi. Passando infine ai limiti della conoscenza scientifica nel settore, Margottini ha rimarcato che non è ancora possibile determinare scenari previsionali accurati, soprattutto per i fenomeni rapidi.