Mercato europeo dei servizi e appalti pubblici: i tavoli per rilanciare crescita e occupazione in un'Europa
Il commissario al Mercato interno chiede maggiore trasparenza negli appalti
Bruxelles, 28 gennaio 2011 - Mercato europeo dei servizi e degli appalti pubblici: sono i tavoli sui quali Michel Barnier intende giocare per rilanciare crescita e occupazione in un'Europa. Secondo il commissario Ue al mercato interno l'Europa infatti fatica a sfruttare a fondo la sua massa critica, quindi a ricavare i vantaggi che l'Unione potrebbe offrire.
Il settore dei servizi oggi vale circa il 66% del prodotto interno lordo comunitario, genera grosso modo 9 posti di lavoro su 10 ma rappresenta soltanto il 20% degli scambi europei. Infatti, soltanto l'8% delle piccole e medie imprese fa affari nell'Unione fuori dai confini. La direttiva Ue per la liberalizzazione dei servizi, la ex-Bolkestein per intendersi, compie un anno ma i suoi risultati non sono esaltanti. Innanzitutto non copre l'intero settore ma soltanto una quota pari al 40% del PiL, che naturalmente non è poco. Ma anche in questa fetta, ha ricordato Barnier, il mercato dei servizi non funziona ancora a pieno regime. La nuova legislazione europea ha stimolato maggiore mobilità ma gli ostacoli da abbattere restano tanti, di ordine amministrativo, burocratico e regolamentare in quasi tutti i paesi dell'Unione. Per questo Barnier intende condurre quest'anno e il prossimo dei test di efficacia del mercato unico che coinvolgano i suoi potenziali utilizzatori, per individuare le barriere che si frappongono alla libera offerta e fruizione transfrontaliera delle prestazioni di servizi. Una volta individuati, Bruxelles interverrà per abbattere gli ostacoli, verificando al tempo stesso che la direttiva sia applicata in modo scrupoloso. Se è vero che un efficiente mercato unico dei servizi potrebbe regalare un aumento annuo del Pil tra lo 0,6 e l'1,5%, il gioco vale indubbiamente la candela
Analogo l'approccio sugli appalti pubblici (17% del Pil Ue), un serbatoio di crescita non sfruttato appieno per le solite compartimentazioni del mercato europeo favorite da procedure di aggiudicazione complesse, spesso opache, fatte apposta per scoraggiare la concorrenza transfrontaliera. Per modernizzare il settore, riscriverne le regole, che risalgono al 2004, all'insegna della trasparenza e della massima semplificazione con l'attenzione rivolta alle piccole e medie imprese (che già beneficiano del 30-38% del totale delle commesse pubbliche), Bruxelles ieri ha lanciato una consultazione con tutte le parti interessate che si concluderà a metà aprile. Dopo di che, sulla base delle risposte ricevute, si passerà alla fase legislativa. Che per la prima volta potrebbe includere anche la regola della reciprocità nei confronti dei paesi terzi. Il problema è antico: il mercato unico europeo è senza dubbio molto più aperto, in fatto di accesso alle commesse pubbliche, di quello americano o giapponese. Per non parlare di quello cinese. "Oggi non esiste la reciprocità nel settore. Dobbiamo agire per ottenere l'applicazione, corretta e senza ingenuità, dell'accordo della Wto sui mercati pubblici", ha affermato Barnier. Deciso a non restare oltre alla finestra su questo fronte.