Osservatorio Ance: preoccupante l'influenza della crisi sul settore infrastrutturale
Dall'inizio della crisi persi 500.000 posti di lavoro nel settore delle costruzioni
Roma, 27 giugno 2012 - La crisi e la conseguente stretta creditizia si ripercuotono in maniera preoccupante sul settore infrastrutturale. E’ quanto rileva l'Associazione Nazionale Costruttori Edili nell’osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni relativo al mese di giugno 2012. Per il 2012 si prevede un calo degli investimenti (-6,0%) superiore rispetto al 2011 (-5,3%) e superiore rispetto alle stime previste (-3,8%) per quest’anno. In cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore delle costruzioni avrà perso più di un quarto (-25,8%) degli investimenti, riportandosi ai livelli della metà degli anni ‘70. Gli effetti sull’occupazione e sulle imprese sono pesantissimi: dall’inizio della crisi si stima che si siano persi 325.000 posti di lavoro nelle costruzioni, che salgono a 500.000 unità, considerando anche i settori collegati. Nel biennio 2009-2010 si è assistito alla fuoriuscita dal settore di 27.000 imprese di costruzioni. Un ulteriore indice delle difficoltà è il dato delle imprese di costruzioni entrate in procedura fallimentare: 7.552 nel triennio 2009-2011. L’Ance prosegue sottolineando che "un'ulteriore criticità è rappresentata dalla lentezza dell'utilizzo delle risorse già approvate dal Cipe per le infrastrutture": Le decisioni assunte dal CIPE negli ultimi sei mesi, infatti, hanno assegnato circa 20,7 miliardi di euro per investimenti infrastrutturali da avviare nei prossimi mesi, ma secondo la stima dell’Ance meno del 30% di queste risorse sono disponibili in termini di cassa nel 2012. Un semestre nero, quello appena trascorso, anche per il mercato immobiliare: è del 19,6%, ad esempio, il calo registrato nella compravendita delle abitazioni rispetto allo stesso periodo del 2011. Tra le cause che influenzano la caduta del mercato, spiega l'Ance, "la difficile situazione economica generale, la crescita dei tassi di interesse e, soprattutto, l'ulteriore stretta creditizia effettuata dalle banche. I mutui erogati alle famiglie per l'acquisto di abitazioni in cinque anni, dal 2007 al 2011, sono diminuiti del 21,5% e, solo nel 2011, dell'11,8%”. “L'elemento più critico – osserva ancora l'Ance - è che sebbene i prezzi delle case siano calati di poco, la percentuale di finanziamento concesso dalle banche per l'acquisto della casa è invece crollata, passando da circa l'80% del prezzo dell'abitazione a circa il 50%".