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Briciole di pane

Pedemontana Veneta, stop dal Tar del Lazio allo stato di emergenza. A rischio i lavori

Accolto il ricorso di un cittadino espropriato

Venezia, 31 dicembre 2011 – La Regione Veneto e l'Avvocatura dello Stato presenteranno la richiesta di sospensiva, ma sicuramente è stato un botto di fine anno notevole la decisione del Tar del Lazio di annullare la dichiarazione dello stato di emergenza relativo alla Pedemontana Veneta.
Il giudice amministrativo ha infatti accolto il ricorso di un cittadino espropriato di Loria (TV) contrario all’opera con la conseguenza che, se il Consiglio di Stato non accoglierà la sospensiva, il cantiere appena aperto da circa due mesi dovrà fermarsi in quanto mancherebbero i presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza e pertanto, della relativa nomina del commissario e di tutti gli atti dallo stesso approvati.
Un stop imprevisto che rallenta l’iter per la realizzazione dell’opera, peraltro lungamente attesa dal territorio, la cui prima pietra era stata posata nel corso del mese di novembre scorso con una cerimonia alla presenza di numerose autorità locali e che rappresenta comunque una delle importanti infrastrutture al servizio di una delle aree economicamente più dinamiche del paese.
Dopo il Passante di Mestre che ha letteralmente cambiato il volto della mobilità lungo l’asse autostradale Milano -  Trieste ed il completamento della Conegliano – Pordenone, la Pedemontana Veneta si pone come ulteriore rafforzamento della percorribilità est - ovest lungo l’asse del corridoio europeo nr. 5 che è da sempre una delle principali direttrici di sviluppo per l’intero nord-est.
La Superstrada Pedemontana Veneta è un’opera complessa della lunghezza totale di novantaquattro chilometri di cui cinquanta in  trincea, otto chilometri in galleria naturale e nove in galleria artificiale per un costo previsto di circa 2,1 miliardi di euro, attraverserà il territorio di trentasei comuni e i tempi previsti per la sua realizzazione, prima dell’attuale stop erano di sei anni.
A margine della cerimonia di posa della prima pietra si erano fatti sentire i comitati dei cittadini contrari all’opera che a quanto pare hanno segnato un punto a loro favore con la sentenza di Roma. Adesso la partita passa al Consiglio di Stato, che dovrà esprimersi sulla bontà dell’iter finora svolto e sulla possibilità che i lavori non subiscano rallentamenti.

Luca Vettor