Piano-aeroporti, a rischio 24 scali minori
C'è l'ipotesi di uno stop dei finanziamenti pubblici per gli scali con pochi passeggeri o forti limiti di crescita strutturali

Roma, 12 novembre 2010 - Sembra che l’annuncio da parte del governo dell’avvio della riorganizzazione del sistema aeroportuale italiano sia ormai imminente, e ciò potrebbe comportare come prima conseguenza la chiusura di molti scali minori, il cui numero è notevolmente aumentato nel corso degli anni per effetto della deregulation selvaggia dei cieli.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, ha ricevuto nei giorni scorsi dall’ENAC (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) il “Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano”, realizzato da Nomisma, One Works e Kpmg.
Dallo studio emerge innanzitutto che ben 24 aeroporti della Penisola non dovrebbero continuare ad operare. Il motivo è semplice: questi scali registrano ogni anno un numero di passeggeri assai ridotto, e spesso presentano dei limiti infrastrutturali che ne impediscono lo sviluppo.
Rientrano in questa fascia a rischio, tra gli altri, gli aeroporti di Roma Ciampino, Brescia Montichiari, Bolzano, Foggia, Cuneo, e anche quelli di Parma, Rimini, Forlì e Perugia
Per ridurre le spese e razionalizzare il settore aeroportuale, il governo potrebbe annullare i trasferimenti pubblici a tutti questi scali che non assicurano un adeguato ritorno economico, provocandone quindi una più che probabile chiusura. Questa ipotesi, in linea con quanto sta già avvenendo negli Stati Uniti e in molti Paesi europei, potrebbe inoltre avere un effetto positivo sugli scali più forti, tra cui in primo luogo gli aeroporti intercontinentali di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Venezia.
Un altro aspetto posto in evidenza dal rapporto sul sistema aeroportuale riguarda la forte crescita del traffico passeggeri prevista per i prossimi 20 anni. Per non rischiare di perdere i benefici che potrebbero derivare da questo incremento, Nomisma-One Works-Kpmg sottolineano l’esigenza di adeguare progressivamente la capacità degli scali, e innanzitutto di quelli più trafficati e strategici.
Un terzo tema rilevante trattato nel documento riguarda l’accessibilità agli scali. In questo caso, si sottolinea l’esigenza di razionalizzare i piani del settore aeroportuale in armonia con quelli di strade e ferrovie, in modo da incrementare il livello del sistema dei trasporti nel suo complesso. In questo caso, la riduzione del numero degli aeroporti potrebbe portare benefici in termini di semplicità del sistema e di riduzione dei costi di realizzazione delle opere necessarie.