Autostrada A4, Tondo: «La terza corsia si farà. Accettabili le "security" bancarie»
Il Commissario e il suo ruolo: Quella figura è assolutamente strategica per realizzare il cronoprogramma. Ci stiamo confrontando con i vari ministeri
Trieste, 14 giugno 2012 - «Una giornata da ricordare». Renzo Tondo, reduce dal via libera della maggioranza e da un'audizione di Cdp del tutto confortante, è stato raramente così esplicito. Dice: «Abbiamo messo una parola definitiva nella vicenda terza corsia: i problemi sul finanziamento sono superati». E poi aggiunge, orgoglioso: «La facciamo partendo da soli, come abbiamo sempre detto, come ha chiarito il Cipe già nel 2005 parlando di autofinanziamento». È l'opera madre della legislatura. Tondo ci ha messo le parole e la faccia e, stavolta, pare davvero convinto che il percorso sia in discesa.
Presidente, è la volta buona?
Cdp, con la responsabile degli impieghi di interesse pubblico Ferone, ci ha confermato che la terza corsia è un'opera di interesse per il sistema Paese, capace di produrre reddito da sé, con un flusso che garantisce il debito. Un progetto, tra l'altro, che non necessità di esborsi delle casse regionali.
Sicuro? E i 150 milioni di euro che infilerete in assestamento di bilancio?
Tra i 100 e i 150 milioni. Una forma di garanzia minima a fronte di un investimento di oltre 2 miliardi. Ricordo che la Regione ha accantonamenti simili per garantire i mutui degli enti territoriali, che non abbiamo però mai toccato perché siamo amministrazioni virtuose.
Quindi Cdp presterà un miliardo?
Sì. E un altro miliardo Bei. Un ulteriore valore aggiunto è che l'operazione si regge per il 100% sul piano finanziario. Un piano ritenuto sostenibile, come già valutato da Cipe e Anas.
Perché allora il primo bando di gara è affondato al punto che è necessario rimodularlo?
Perché parliamo di un percorso comunque non facile. Non sono mancati ostacoli, negli ultimi anni è cambiato il mondo, le condizioni di mercato sono diverse rispetto al periodo pre-crisi.
Ci sono stati errori in questi ultimi mesi?
Abbiamo avuto bisogno di tempo per mettere a posto diversi nodi, compresa la tecnicalità dei 100-150 milioni di garanzia. Ma si tratta di un'opera straordinaria e non ci potevamo arrendere. Gli assessori Riccardi e Savino, che hanno lavorato in tandem, hanno fatto un lavoro enorme.
Rimane fondamentale la proroga del commissariamento?
Assolutamente strategica per la più celere realizzazione del cronoprogramma. Ci stiamo confrontando con i ministeri, anche grazie al supporto dei nostri parlamentari.
Resta da ottenere anche la disponibilità del sistema bancario. Garanzie sufficienti anche per loro?
Il progetto verrebbe messo in discussione, e ci costringerebbe a usare la garanzia regionale, solo a fronte di un improbabile calo verticale degli introiti da pedaggio. Ma teniamo presente che li abbiamo stimati all'80% di quelli correnti.
Le banche imporranno le condizioni note, vale a dire divieto di non distribuire dividendi e pegno sulle azioni di Autovie?
Sì, si tratta di una "security" a difesa dell'operazione. Ma ora, anche in vista del rinnovo della concessione nel 2017, siamo più forti.
C'è stato qualche di mal di pancia di recente, ammette?
Difetti di comunicazione tra commissario e società. Tutto superato. Le tensioni caratteriali fanno parte del gioco.
E a chi insisterà per chiedere fondi allo Stato che cose dice?
Che il Cipe, nel 2005, ha indicato la via dell'autofinanziamento, confermata dai patti parasociali di Friulia del 2006 e dal piano finanziario del 2007. Fatti precedenti alla mia amministrazione che ho gestito con coerenza. Non avessimo avuto il commissario, saremmo ancora lì a far finta di costruire la terza corsia.
Un anno e mezzo di ritardo al momento. Nel 2018 il taglio del nastro?
Un anno e mezzo? Direi almeno trenta. Da tanto la regione attende quest'opera fondamentale senza che nessuno sia riuscito a dargliela.