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Briciole di pane

Buche? Usati prodotti poveri

Gli enti locali al risparmio

Roma, 17 febbraio 2014 – Nel pieno delle polemiche per le strade di Roma trasformate in groviera da qualche giorno di pioggia, la domanda-clou è arrivata dal presidente dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici Sergio Santoro. «Mi chiedo come mai le strade gestite dal Comune sono piene di buche, mentre il manto del raccordo anulare gestito dall'Anas si è mantenuto in perfette condizioni», ha commentato il presidente, invitando il sindaco Ignazio Marino a rivalersi sulle imprese esecutrici.
Già, come mai? La risposta è nella qualità dei materiali impiegati per realizzare gli interventi. Il primo aspetto da considerare è che, come il calcestruzzo (cemento più inerti), l'asfalto è una miscela (conglomerato bituminoso) di bitume più inerti, in cui il bitume svolge il ruolo di collante. «Negli anni — spiega il tecnico di un'importante azienda del settore — la qualità del bitume "tal quale" è andata depauperandosi, perché i prodotti petroliferi vengono sfruttati al massimo per estrarre benzina e gasolio, più pregiati e redditizi, con una tecnica denominata "vis breaking"». Di conseguenza per mantenere le originarie capacità "collanti" del bitume si utilizza un prodotto additivato con un polimero che innalza le prestazioni del materiale di base (bitume modificato).
«Dalle immagini è evidente che a Roma è stato usato un prodotto non modificato e per di più si capisce che sono state stese semplici "ricariche" di 3 centimetri di manto. Sul raccordo anulare viene invece steso un asfalto drenante ad alte prestazioni, in "pacchetti" di 20 o 30 centimetri». Conseguenza? «Nel primo caso un po' di pioggia basta a spezzare il legame tra bitume e inerti, causando buche e ammaloramenti del manto stradale; nel secondo l'asfalto non subisce alcuna conseguenza, anzi mantiene la superficie asciutta». Certo bisogna considerare i costi. Il bitume modificato costa «circa il 20-30% in più» del prodotto di base. Ma se ne guadagnerebbe in sicurezza degli utenti e riduzione degli interventi di manutenzione spot. «Purtroppo c'è un problema di risorse sempre più scarse degli enti locali — è la conclusione —, ma anche di mancanza di "competenza" degli amministratori, che impedisce di valutare correttamente il rapporto costi-benefici».
 

Mau.S. (Il Sole 24 Ore Edilizia e Territorio)