Collaudi Mose: la replica dell'Anas pubblicata dal Fatto Quotidiano
Le precisazione stampa pubblicata dal quotidiano il 20 giugno 2014
Roma, 20 giugno 2014 – Il Fatto Quotidiano ha pubblicato oggi, venerdì 20 giugno, la lettera di precisazione di Giuseppe Scanni, Direttore Centrale Relazioni Esterne e Rapporti Istituzionali dell’Anas, in merito alle polemiche sui collaudi del Mose di Venezia.
Di seguito la lettera pubblicata dal quotidiano:
Con riferimento all'articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 18 giugno 2014 dal titolo "Mose — Anas, l'incesto da 26 milioni di euro" a firma di Daniele Martini, le preciso quanto segue. Nel titolo dell'articolo, come anche in quello pubblicato lo scorso 13 giugno, si afferma del tutto falsamente che l'importo dei collaudi relativi al Mose assegnati ai vertici Anas ammonterebbe a 26 milioni di euro. La gravità dell'errore commesso è tanto maggiore in quanto ne è evidente la strumentalità , volta a creare nel lettore l'effetto sensazionalistico dello scandalo. Infatti poi, nel corpo di entrambi gli articoli, viene invece precisato che tale importo corrisponde al "totale del costo per i collaudi delle opere del Mose (che) è di 26 milioni di Euro complessivi, distribuiti a 272 soggetti", omettendo però di precisare che la maggior parte di essi non sono dipendenti Anas.
In secondo luogo, l'utilizzo del termine "incesto" nel titolo dell'articolo, legato al sottotitolo "Favori: Ciucci assume nella società pubblica il funzionario che da Venezia affidava collaudi milionari ai dirigenti", è volto dichiaratamente a dimostrare una correlazione "illegittima" tra gli affidamenti di alcuni collaudi al Dott. Pietro Ciucci, presidente dell'Anas, e ad alti dirigenti della Società e la successiva individuazione dell'architetto D'Alessio come componente dell'Unità Riserve di Anas. Tale correlazione non ha alcun fondamento in quanto molti degli incarichi di collaudo sono stati conferiti al Dott. Ciucci sia prima della nomina a Presidente dell'Anas sia prima della nomina dell'architetto D'Alessio a Magistrato delle Acque di Venezia, nell'arco di un periodo di tempo di circa 10 anni. Tali incarichi, che sono stati attribuiti ufficialmente, in conformità alle procedure di legge, riguardano una pluralità di progetti, per ciascuno dei quali è stata correttamente svolta l'attività prevista, che in molti casi è ancora in corso. Quanto all'asserita mancanza di competenze per verificare l'adeguatezza del Mose, giova ricordare che è la normativa vigente a disciplinare la composizione delle commissioni di collaudo di opere pubbliche, prevedendo espressamente che i componenti possano essere scelti anche tra "i laureati in scienze economiche e giuridiche od equipollenti". Peraltro il curriculum del Dott. Ciucci attesta in modo evidente le sue competenze in materia amministrativa e contabile, anche in riferimento al settore delle grandi infrastrutture.
Per quanto riguarda la nomina dell'architetto D'Alessio nell'ambito dell'organismo collegiale dell'Unità Riserve di Anas, non corrisponde al vero l'affermazione secondo la quale lo stesso sarebbe stato assunto all'interno della Società. Egli è stato invece selezionato da un'apposita Commissione esaminatrice per un limitato e temporaneo incarico di collaborazione della durata di un anno, con una retribuzione lorda pari a 70.000 euro, del tutto proporzionata alla complessità e alla molteplicità delle questioni affrontate. Ciò al fine di garantire, nel pieno rispetto della normativa vigente, oltre alla necessaria e specifica competenza tecnica delle risorse individuate, anche l'opportuna terzietà dei componenti dell'Unità nei confronti sia della stazione appaltante che delle imprese che formulano le riserve. Per completezza di informazioni, va evidenziato che grazie al prezioso e delicato contributo dell'Unità Riserve, nel 2013 è stato possibile di ridurre in media del 80 per cento le richieste iniziali delle imprese a tale titolo, con un forte risparmio per il bilancio di Anas.
