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Briciole di pane

Duccio Astaldi: la marcia in più è il mix di tradizione e competitività

L'intervista di Mf a Duccio Astaldi

Roma, 26 agosto 2013 - Negli ultimi mesi commesse miliardarie sono state assegnate ad aziende italiane, solo un caso? Che siano state aggiudicate proprio in questo periodo è una coincidenza, ma sicuramente è la dimostrazione che i general contractor italiani hanno ancora molto da dire all'estero. Cos'è che li fa vincere? Innanzi tutto la tradizione, che ha fatto grande l'Italia all'estero. E ovviamente le capacità, che hanno permesso di reggere il passo con i tempi, nonostante non possano contare su un grande sostegno da parte del sistema Paese. Che cosa intende? Essere italiani comporta una serie di handicap che altri competitor non hanno. A partire dal fisco: pensi che se non c'è un patto di reciprocità fra Paesi, noi paghiamo due volte, in Italia all'estero, le tasse sul personale. Per non parlare della burocrazia e delle difficoltà a ottenere credito. Un problema comune quello dei finanziamenti.  Certo, ma le aziende di costruzioni per lavorare all'estero hanno bisogno di garanzie. In Italia si lavora molto con le assicurazioni per compensare, ma alcuni Paesi richiedono garanzie prestate da banche con rating A. Le aziende italiane perciò devono rivolgersi a quelle straniere, che a volte danno garanzie dirette e altre richiedono l'intervento a supporto di banche italiane le cui credenziali siano accettate.Credito a parte, è penalizzante avere un mercato interno asfittico?  Avere bei lavori in patria permette di sviluppare tecnologia e know how da sfruttare all'estero. Basti pensare all'alta velocità ferroviaria, se oggi le imprese italiane sono tra le più forti al mondo nel comparto è stato proprio grazie a questa palestra. Anche per questo il ponte di Messina sarebbe stata un'opportunità da non perdere. Insomma l'Italia non sa sfruttare le eccellenze del settore... Direi piuttosto che il problema italiano è amministrativa Le opere richiedono tempi incredibili e basta un ricorso per bloccare tutta E si continua a legiferare troppo, senza una direzione univoca.  Un disastro, insomma... Be, la situazione non è certamente facile, ma c'è almeno da rilevare che il nostro è un mercato molto competitiva Non è vero che da noi le opere costano più che altrove, fatti i debiti paragoni, e proprio questo ci ha permesso di essere competitivi nel mondo.
 

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