Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Giovanni Postal, il cantoniere dell’Anas vittima della “Notte dei fuochi”

Sessant’anni fa gli attentati dinamitardi del “Comitato per la liberazione del Sudtirolo”

La prima vittima della “Notte dei fuochi” che a costo della propria vita sventò un attentato dinamitardo in Trentino. Sul quotidiano “L’Adige”, un articolo a firma di Mariano Marinolli,  riporta l’attenzione sulla vicenda di Giovanni Postal, un cantoniere dell’Anas che, il 12 giugno 1961 perse la vita a Salorno, lungo la statale dove lavorava,  a causa di una bomba collocata dai terroristi del “Comitato per la liberazione del Sudtirolo”. 

Un eroe a cui è stata dedicata, dopo la sua morte, una via di Grumo, frazione di San Michele all'Adige. Nell’articolo si ricostruisce la vicenda. All'una e dieci di notte, le esplosioni divelsero i tralicci dell'alta tensione e Bolzano sprofondò nel buio mentre il silenzio della notte fu frantumato dai funesti bagliori delle deflagrazioni che illuminarono la volta celeste sopra il capoluogo altoatesino. Nelle valli altoatesine, si legge, l’odio etnico si scatenò contro gli italiani. Fondatori di questo movimento oltranzista furono i terroristi altoatesini Luis Amplatz e Sepp Kerschbaumer che, nel nome dell'autodeterminazione e manifestando con slogan e manifesti la volontà di far tornare l'Alto Adige sotto l'Austria, furono gli autori degli attentati e dei ben noti tralicci saltati in aria. La mattina dopo la «Notte dei fuochi», Postal era al lavoro e stava percorrendo con la sua bicicletta la statale del Brennero pochi chilometri a sud di Salorno, laddove ancor oggi su uno sperone di roccia spicca il bollo di vernice rossa che segnava il confine immaginario tra Sudtirolo e Italia. In quel luogo rinvenne una carica di dinamite ai piedi di un enorme pioppo al lato della carreggiata che, dopo l'esplosione, sarebbe caduto sulla strada impedendo il passaggio di qualsiasi mezzo, proprio per voler segnare il marcato confine fra Titolo e Trentino. Durante i suoi controlli di routine, Postal aveva già ritrovato un pericoloso ordigno innescato nella notte del 27 marzo dello stesso anno sul ramo dello stesso pioppo, a fianco di un edificio dell’Anas che serviva come deposito degli attrezzi di lavoro. Su una facciata vi campeggiava la scritta «Hier ist Sudtirol» e, notando che l'ordigno non era esploso per un difetto della miccia inserita malamente, riuscì a neutralizzare la carica esplosiva e ad avvertire i carabinieri. 

Il giornalista, nella sua ricostruzione, si domanda se fosse uno dei tanti congegni esplosivi che i dinamitardi avevano piazzato su alberi e tralicci e che avrebbe dovuto esplodere nella «Notte dei fuochi, oppure una rudimentale bomba a orologeria che, se non fosse esplosa mediante il congegno a tempo o qualcuno l'avesse manomessa prima dell'ora stabilita per la deflagrazione, sarebbe divenuta una trappola mortale. Infatti, proprio sotto quel pioppo c'era una piazzola dove spesso sostavano per i controlli notturni le macchine di polizia o carabinieri. Due mesi dopo, Postal rivive la stessa scena. Sempre legato allo stesso albero, nel consueto giro di sorveglianza della statale del Brennero, rinviene uno strano involucro e comprende subito che si tratta di un'altra carica esplosiva. Tenta di disinnescarla, come gli era riuscito con la bomba del 27 marzo. Ma questa volta il tritolo non lo perdona. Un automobilista che di lì a poco si trovò a transitare in quel tratto di strada, notò il corpo sfigurato sull'asfalto dello stradino di Grumo che, a 67 anni, perse tragicamente la vita. Un eroe indimenticato nel Sud Tirolo, la cui memoria continua a vivere a distanza di sessant’anni. A Postal e alla “Notte dei Fuochi” infatti verrà dedicato un incontro a cura di Luigi Sardi, all'epoca giovane cronista che si occupò in prima persona, come Enrico Goio, dei numerosi attentati in Alto Adige.