I Dabbawala di Mumbai: logistica allo stato puro
Una gestione studiata da università e business school
Roma, 17 febbraio 2015 - In una megalopoli caotica come Mumbai (la vecchia Bombay, cuore economico dell’India: ormai un agglomerato urbano di 21 milioni di abitanti, con la più alta densità di popolazione al mondo) consegnano ogni giorno per la pausa-pranzo, a migliaia e migliaia di impiegati, cibo di casa cucinato da poco. E riescono a farlo benissimo, con puntualità e precisione sorprendenti. Un sistema distributivo che si può definire con una parola sola: eccellenza. Sono i Dabbawala. In Hindi, significa semplicemente “uomo che porta un contenitore”. Lavorano in squadra, usano carretti o mezzi a pedali e, spesso, riescono a garantire il servizio anche in condizioni meteo estreme (i monsoni, per intenderci). Grazie a una gestione dei tempi da far invidia a qualsiasi manuale di ingegneria gestionale. In una certa fascia oraria, tra le 10:34 e le 11:20, i contenitori, per lo più di alluminio, vengono caricati sui treni suburbani nelle stazioni dei quartieri residenziali e periferici; subito dopo, nelle stazioni dei quartieri centrali, avviene lo scarico e lo smistamento agli uffici; dopo il pranzo, parte il processo di raccolta per riportare i contenitori alle abitazioni di origine, con chiusura delle operazioni entro le ore 16:00. E tutto questo, mediante un sistema ordinato di codici cromatici: il dabbawala che deve portare il cibo dalla residenza del cliente alla stazione di partenza ha un colore per il quartiere, uno per la stazione di partenza e un altro per quella di arrivo; il suo collega addetto alla distribuzione ha altri elementari codici che indicano via, edificio e piano dell’ufficio. Perché i dabbawala sono, per più dell’80%, analfabeti. Eppure, sono diventati non solo un simbolo di impegno e duro lavoro, ma un vero caso di studio per gli istituti di management di mezzo mondo.
È, questa, una vicenda che si presterebbe a moltissime considerazioni. A partire, evidentemente, da una riflessione, non priva di amarezza, su sviluppo e crescita economica. I dabbawala non hanno tutele assicurative o mediche, né un’età pensionabile: del resto, il basso costo del servizio è una delle ragioni del loro successo. Ma, guardando le cose solo con l’occhio tecnico e la prospettiva del logistico, si può tranquillamente affermare che l’esperienza dei contenitori di cibo di Mumbai è la lampante conferma di come la logistica sia, in fondo, l’arte di dare risposte ottimizzate a qualsiasi esigenza di movimentazione. Un’arte che si affina e rifulge proprio in situazioni-limite. Del resto, in dimensione macrostorica, è nota la matrice militare da cui origina la logistica: entro un contesto bellico, gli spostamenti e i rifornimenti decidono della sorte di un esercito; quindi, in breve, della vita o della morte.