Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

"Impossibile cancellare il Ponte"

Zamberletti: «Informazioni positive». Misiti: «Impossibile il Corridoio ferroviario senza l'opera»

Roma, 7 febbraio 2012 – Sul Ponte dello Stretto è sceso un silenzio di gelo, in sintonia con il tempo. Da quando il governo ha sottratto la dotazione di 1,6 miliardi perché, come dice il ministro dell'Ambiente Clini «l'opera non è prioritaria», nessuno apre bocca, meno che meno l'amministratore delegato della società «Stretto di Messina» Pietro Ciucci, e questo dà spazio a quanti dicono e scrivono che «il Ponte è morto e sepolto». Ma non c'è la legge del '71 per la realizzazione dell'opera di cui è stata incaricata la «Stretto di Messina»? Non ci sono state poi le leggi per il suo finanziamento? E come si può bloccare l'iter del progetto a pochi mesi dalla sua approvazione definitiva che lo rende cantierabile con il rischio che lo Stato debba pagare un risarcimento che può arrivare da 350 a 800 milioni?

Abbiamo parlato con l'ex ministro Zamberletti che è presidente della «Stretto di Messina».

Presidente, so che lei non gradisce in questo momento parlare del problema Ponte, ma qualcosa bisogna pur sapere sul destino dell'opera.

«Nella fase attuale in cui il governo sta riflettendo sul Ponte preferisco non fare dichiarazioni di nessun genere».

Però siamo tutti appesi a un filo e ancora sorpresi dalla decisione del nuovo governo di riprendersi la dotazione finanziaria. Tra l'altro il ministro Clini dice che il Ponte non è prioritario.

«lo continuo ad essere ottimista, forse perché fa parte del mio carattere e anche dalle informazioni che ho».

Ma lei che informazioni ha e perché Ciucci non apre bocca?

«E certo, Ciucci non parla perché la "Stretto di Messina" è concessionaria, non possiamo influenzare la decisione del governo. In questi giorni il governo ha parlato molto, ma della neve, non del Ponte (e ride). Comunque ho avuto informazioni confortanti, non dico da chi».

Se Zamberletti è ottimista, lo è ancora di più l'ex viceministro delle Infrastrutture Aurelio Misiti, calabrese, che da presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici diede il primo autorevole parere favorevole al progetto del Ponte.

Gli chiedo, nell'ipotesi che il governo non faccia il Ponte, quando scatterebbero e quanti sarebbero i risarcimenti.

«Scatterebbero solo all'apertura dei cantieri - dice - e non siamo a questa fase. Comunque il problema non si pone perché il governo non ha bloccato il progetto, magari lo farà slittare perché in questo momento di crisi preferisce stanziare quei soldi per piccole opere immediatamente attivabili che diano occupazione, ma non è nella sua facoltà stracciare i contratti già sottoscritti con Eurolink, la cordata del general contractor guidata da Impregilo che ha vinto l'appalto di 3,9 miliardi, perché in questo caso ne risponderebbe per il Codice civile. Certo il governo ritarderà l'opera, ma non c'è dubbio che la farà appena sarà in grado di trovare le risorse. L'impegno dello Stato per il Ponte permane, non lo ha disdetto e poi non può nemmeno farlo perché i contratti si debbono rispettare, non può essere annullato diciamo così con una "procedura politica", nonostante quel che chiedono i soliti ambientalisti. Il governo non può fare quello che vuole, deve rispondere al Codice civile. Può solo essere la società concessionaria, la "Stretto di Messina", che in assemblea stabilisca che il Ponte non lo vuole fare più, e a questo punto scattano i risarcimenti verso Eurolink. Ma questa è una ipotesi di terzo tipo. Ripeto, è solo una sospensione per questioni di politica generale, ma poi tutto tornerà come prima. E c'è un'altra considerazione da fare».

Quale?

«Qualunque governo ci sia è evidente che dovrà portare l'alta velocità, o alta capacità al Sud lungo il Corridoio Helsinki-Palermo, e questo Corridoio ferroviario non potrà che passare sul Ponte. Da Nord a Sud c'erano tre strozzature: la prima è dovuta alle Alpi e si sta risolvendo con il tunnel di 50 chilometri al Brennero, la seconda strozzatura era quella dell'Appennino tosco-emiliano che è stata risolta con un tunnel di 79 chilometri, l'opera più importante che ha fatto l'Europa. Resta la terza strozzatura, ed è quella dello Stretto. E certo non ci si potrà fermare. Non c'è dubbio che il Ponte è necessario da qualunque parte lo si guardi, né i contratti vincolanti si possono stracciare per nessun motivo. I costi del progetto si possono ridurre, ma non più di questo».

Misiti allude non al progetto in sé, ma alle promesse opere di compensazione a Messina e a Villa San Giovanni che hanno fatto lievitare i costi di due miliardi.

Tony Zermo (fonte: La Sicilia)

  Ponte sullo Stretto, Ciucci: necessario fare opere che si è già deciso di fare