Infrastrutture, Lupi chiede deroga al patto di stabilità
"Sia per gli investimenti in infrastrutture degli enti locali, sia per il contributo italiano alle grandi opere strategiche europee"

Roma, 24 maggio 2013 - Una deroga al Patto di stabilita' "sia per gli investimenti in infrastrutture degli enti locali, sia per il contributo italiano alle grandi opere strategiche europee". Maurizio Lupi, ministro per le Infrastrutture e Trasporti disegna cosi', intervistato da "Il Messaggero", il suo 'piano' per le infrastrutture del Paese. Lupi valuta anche una "defiscalizzazione per i privati che realizzano ponti e strade, abolizione delle tasse per gli immobili invenduti, bonus fiscali del 50 e del 55% per risparmio energetico e ristrutturazioni edilizie".
E ancora: "Accelerazione delle grandi opere cantierabili e snellimento della burocrazia" dice il ministro. "Penso -afferma Lupi- ad un piano straordinario dell'Anas da 600-700 milioni per ponti e viadotti, alla manutenzione delle scuole (700 milioni) e ai 9 miliardi che le Fs possono attivare". Il ministro concorda con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, "ha ragione, -dice Lupi- l'imperativo e' crescere e il governo e' impegnato a creare le condizioni".
"Nel piano dei 100 giorni che stiamo mettendo a punto -anticipa Lupi- ci sono alcuni punti fermi per affrontare una serie di urgenze eccezionali. "Al primo posto -spiega- c'e' la diminuzione della pressione fiscale che sta strangolando il Paese" cominciando dall'Imu che "ha depresso il mercato e messo in ginocchio un settore produttivo". "La tassa -aggiunge- e' stata sospesa sulla prima casa e poi verra' abolita", cosi' come "in tempi rapidi anche per i capannoni industriali", poi bisognera' "eliminare le tasse sugli immobili invenduti".
Altro aspetto, è l'attrazione di capitali privati. "Bisogna migliorare il rapporto pubblico-privati con una defiscalizzazione mirata - dice il ministro - per far partire alcune opere che altrimenti non decollerebbero mai. Sia le infrastrutture bancabili che le altre". Esempi di queste opere sono, per Lupi, "la pedemontana veneta e quella lombarda, la Civitavecchia-Mestre. I privati possono mettere sul piatto 21 miliardi e vanno supportati". Conclusione? Il settore delle infrastrutture "va rilanciato, perché è l'unico in grado di creare lavoro".