Interventi e repliche. Anas: fibre ottiche e minitrincee
Precisazione stampa Anas pubblicata dal Corriere della Sera il 16 maggio 2013
Roma, 16 maggio 2013 – Le considerazioni esposte nell'articolo di Massimo Sideri pubblicato martedì 7 maggio dal Corriere della Sera a pagina 31, intitolato «Sussurri & Grida — La fibra ottica e la contesa delle strade bucate» traggono origine da questioni di «opportunità» piuttosto che di «fattibilità». Nella prospettiva della «fattibilità» occorre esaminare le modalità di posa delle infrastrutture per telecomunicazioni, in particolare lungo la rete stradale di interesse nazionale, quale è quella gestita da Anas, se si vuole coniugare da un lato lo sviluppo della tecnologia a banda larga e dall'altro il legittimo interesse degli Enti gestori di garantire la sicurezza della circolazione e la tutela del patrimonio statale nazionale.
L'accusa mossa all'Anas di voler profittare della posa dei cavi per il rifacimento stradale è falsa e non rende giustizia alle puntuali valutazioni tecniche, suffragate dal parere di eminenti esperti e docenti universitari e condivise dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che le ha esposte durante una riunione del ministero dello Sviluppo economico alle aziende interessate.
Giova ricordare, inoltre, che anche l'Agcom ha ritenuto necessario e opportuno mantenere in capo all'Ente gestore della strada la definizione delle specifiche tecniche di esecuzione degli scavi e dei ripristini della pavimentazione. L'Anas ricorda che la tecnica di scavo e ripristino denominata «minitrincea», proposta dagli operatori delle telecomunicazioni non garantisce le condizioni di sicurezza della circolazione e aggrava enormemente gli oneri per la manutenzione stradale. In particolare, I'Anas ha evidenziato che la “minitrincea” comporta l'indebolimento della pavimentazione stradale e crea condizioni di estremo pericolo per l'utenza a due ruote. Inoltre in caso di pavimentazione drenante, questa tecnica ne vanifica l'efficacia, non consentendo lo smaltimento delle acque superficiali nelle cunette laterali. Non va infine sottaciuto che le “minitrincee” provocano inevitabilmente infiltrazioni di acqua con conseguenze facilmente immaginabili sulla integrità e la durabilità dei corpo stradale stesso. Rimane inteso che a seguito della presentazione di uno specifico progetto da parte degli operatori delle telecomunicazioni è possibile valutare, caso per caso, di utilizzare il sistema di «minitrincea» esternamente alla banchina stradale pavimentata, su alcune strade.
Articolo di Massimo Sideri pubblicato martedì 7 maggio 2013
La replica del Direttore Giuseppe Scanni pubblicata il 16 maggio 2013