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L'Aquila, l'allarme dei geologi: la cultura geologica italiana rischia di scomparire

Conferenza stampa di INGV e Consiglio Nazionale Geologi nel capoluogo abruzzese, a 5 anni dal terremoto

L’Aquila, 5 aprile 2014 – “In Italia dal 1861 ad oggi abbiamo avuto 35 disastri sismici, terremoti con elevato ed esteso impatto distruttivo, in media uno ogni 4-5 anni con gravi danni a 1560 località, fra cui 10 città capoluogo”. Lo ha affermato il sismologo dell’INGV, Gianluca Valensise, incontrando i giornalisti a L’Aquila in occasione della ricorrenza dei cinque anni dal terremoto del capoluogo abruzzese. “L’Italia ha un patrimonio edilizio storico che comprende oltre il 65% del costruito attuale” ha proseguito Valensise, evidenziando la necessità di salvaguardare questa ricchezza.

A tal proposito Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, ha lanciato un allarme: “la cultura geologica italiana sta rischiando di scomparire, se solo si pensa che a seguito della riforma universitaria ed i tagli alla spesa sono stati chiusi in pochi anni molti Dipartimenti di Scienze della Terra, che da 28 sono oggi ridotti a soli 8 sull'intero territorio nazionale. Non stiamo meglio nella scuola, dove gli insegnamenti di geologia sono in posizione sin troppo marginale”. “Non mi pare che proprio questo Paese possa permetterselo” ha proseguito Graziano, osservando che l’Italia “da una parte possiede un immenso patrimonio di georisorse, dall'altro conta 29.000 scuole in aree potenzialmente a rischio sismico ed una scuola su due è senza certificato di agibilità. Molti edifici scolastici, ma anche molte strutture pubbliche e private, sono stati costruiti prima del 1974, anno in cui sono entrate in vigore le norme antisismiche” ha concluso.

Da L’Aquila, quindi, i geologi rivolgono alle istituzioni nazionali l’ennesimo appello al rafforzamento della cultura geologica a cominciare dagli insegnamenti scolastici. Inoltre, dal capoluogo abruzzese giunge un’altra richiesta, quella dei genitori degli studenti scomparsi il 6 Aprile del 2009: “Chiediamo per tutti gli studenti universitari che persero la vita a L’Aquila il 6 Aprile del 2009, il riconoscimento dello status di morti sul lavoro” ha dichiarato Sergio Bianchi, Presidente dell’Associazione Vittime Universitarie Sisma 6 Aprile 2009 e papà di Nicola, studente fuori sede che perse la vita a L’Aquila. “Chiediamo che diventi obbligatorio, in tutte le scuole il corso di protezione civile” ha poi aggiunto Bianchi.