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Briciole di pane

Piano di opere e stabilità sono gli ingredienti della ripresa

Oltre i segnali positivi

La portata dei provvedimenti del Governo in materia di casa e lavori pubblici è destinata a lasciare il segno. Dopo anni di sacrifici e restrizioni, i decreti del fare e il piano casa sono il segno di una rinnovata politica economica che muove i primi passi concreti a favore del mercato interno e della crescita. Sono primi segnali che fanno guardare con un po' più di fiducia alla possibilità per l'Italia di agganciare la timida ripresa che si fa strada in Europa. Il successo di queste operazioni che, come nel caso della norma sui mutui, con Abi e grazie alla Cassa depositi e prestiti su spunto del professor Savona abbiamo contribuito a suggerire al Governo, dipende in gran parte dallo sforzo comune di trovare soluzioni che rispondano a una domanda economica e un'esigenza sociale. Sostenere le imprese e puntare sull'edilizia significa invertire una rotta che andava diretta contro gli scogli, portando migliaia di aziende sane alla chiusura (circa 12 mila dall'inizio della crisi nel settore) e a una disoccupazione record che ha messo in seria difficoltà un comparto fondamentale e il tessuto sociale del Paese. L'impoverimento delle famiglie, l'assenza di prospettive per i giovani, il dramma di chi ha perso il lavoro sono realtà che bruciano e con le quali dobbiamo fare i conti. Siamo convinti che non si possa che procedere ancora più spediti sulla via per la crescita. I prossimi provvedimenti, a cominciare dalla legge di stabilità, saranno il nostro banco di prova. In occasione della nostra Assemblea nazionale a metà luglio abbiamo avanzato la proposta shock di un Piano Marshall per l'ammodernamento e l'efficientamento del Paese. Si tratta di una terapia d'urto che garantirebbe in breve tempo la ripresa del mercato interno e dell'occupazione. Basterebbe tornare a investire in infrastrutture allo stesso livello del 2004 per liberare in 5 anni risorse per 70 miliardi. Assieme al professor Baldassarri abbiamo calcolato che un simile intervento produrrebbe un aumento del Pil di oltre il 3% e una crescita dell'occupazione di circa 500 mila unità solo nel settore dell'edilizia, senza contare l'indotto. Il tutto, conti alla mano, senza sforare il tetto del 3% del rapporto deficit/pil. Le cose da fare non mancano. Lo stato di abbandono e degrado delle scuole nelle quali in questi giorni i nostri figli iniziano un nuovo anno scolastico sono sotto gli occhi di tutti. Ci prepariamo inermi ad affrontare un nuovo autunno e un nuovo inverno senza che sia stato messo in atto quel piano di messa in sicurezza del nostro territorio che a ogni alluvione, ogni frana e ogni terremoto è invocato ma che poi non si realizza mai. E che dire delle nostre affollate città, che necessiterebbero di un vasto programma di manutenzione e di riqualificazione, soprattutto in chiave energetica degli edifici, e che invece si trovano ad affrontare la cronica mancanza di fondi, con un patto di stabilità che strangola anche i Comuni virtuosi impedendogli di pagare le imprese e tagliando servizi ai cittadini. Per non parlare, infine, dell'arretratezza del sistema infrastrutturale che ci vede fanalino di coda in Europa per l'assenza di efficienti collegamenti con le grandi arterie transnazionali. Non serve la bacchetta magica per realizzare tutto ciò, ma un coraggioso piano di investimenti pubblici che manca ormai da oltre 30 anni e che non può più essere rinviato. Uno slancio essenziale per far ripartire l'economia e per avviare quelle riforme, a cominciare dalla pubblica amministrazione, che per poter funzionare hanno bisogno di uno stato forte e in salute. Sono obiettivi importanti quelli a cui miriamo ma che siamo certi sapremo raggiungere, a patto che ognuno faccia la sua parte, a cominciare dalle istituzioni e dalla politica a cui spetta il compito di trovare le soluzioni più opportune, con grande buon senso ed equilibrio garantendo continuità di azione e stabilità. Dal canto nostro, siamo pronti con le nostre imprese, i nostri dipendenti, i nostri operaie le nostre famiglie a raccogliere le prossime sfide con tutto l'impegno e la serietà necessari per far tornare grande il nostro Paese

di Paolo Buzzetti - Il Sole 24 Ore (14 settembre 2013)