Ponte sullo Stretto, non ci sono rischi per i terremoti
Intervista del Sole24ore a Giuseppe Fiammenghi, Direttore tecnico del Ponte sullo stretto
Roma, 20 dicembre 2009 - Più scienza e meno ideologia: è questo lo slogan che Giuseppe Fiammenghi, ingegnere e direttore tecnico del Ponte sullo stretto, sceglierebbe per parlare - da oggi fino al completamento dell'opera, e magari anche oltre della grande infrastruttura che unirà Sicilia e Calabria. Sono troppe, secondo Fiammenghi, le imprecisioni e le ‘leggende metropolitane’ che circolano da decenni sul ponte. A cominciare dal rischio sismico. Complice forse la tragedia abruzzese, non si smette di citare il pericolo terremoti come motivo per non fare il ponte. Cosa risponde? Tecnicamente, il rischio sismico esiste, ma il nostro compito, come scienziati, è valutarlo e affrontarlo, riducendolo o addirittura azzerandolo. È quello che abbiamo fatto e la conclusione è che l'Akashi Bridge, in Giappone, o il Golden Gate di San Francisco, affrontano sulla carta un rischio sismico infinitamente maggiore. Il progetto prevede che il ponte resista senza danni strutturali a sollecitazioni sismiche fino a magnitudo 7,1 della scala Richter, esattamente l'intensità del terremoto di Messina del 1908, il più grave mai avvenuto in Sicilia. Un evento che secondo i sismologi potrebbe ripetersi solo tra 2mila anni. E il rischio legato al vento? C'è chi dice che le raffiche potrebbero costringere a chiudere. La struttura è in grado di resistere a sismi superiori al 7,1 grado Richter e a venti che soffiano a 216 chilometri l'ora. All'inizio mi arrabbiavo, quando qualcuno mi diceva che il ponte sarà chiuso 50,100, magari 10 giorni all'anno. Ora cerco di sorridere e di rispondere con i dati tecnici, perchè la verità è che il ponte sullo stretto sarà aperto 365 giorni all'anno, 24 ore al giorno e che il traghettamento dei treni, uno degli aspetti più rivoluzionari dell'opera, non si interromperà neppure per un minuto. Forse e dico forse nell'arco di dodici mesi capiterà che per qualche ora il traffico venga chiuso ai camion telonati, una cosa che può capitare anche su alcuni tratti autostradali del Nord, per esempio in Liguria. Come per il rischio sismico, abbiamo adottato parametri rigidissimi: il ponte resiste a 216 chilometri all'ora di vento. Il ponte è disegnato dal vento, progettato per interagire con il vento, come in un abbraccio. Detto questo, la velocità massima mai registrata sullo stretto per il vento è di 128 chilometri orari. Niente rischio sismico né legato al vénto, dunque. E agli ambientalisti preoccupati per l'inquinamento e la flora e fauna locali cosa risponde? Sarebbe impossibile che un'opera come il ponte fosse a impatto zero. Ma anche in questo caso gli allarmismi sono in giustificati e comunque abbiamo ideato un sistema di monitoraggio ambientale da 40 milioni di euro, diviso in tre fasi successive, ante operam, in opera e post operam. Il monitoraggio complessivo sarà superiore a sette anni, rispetto ai circa anni e mezzo di lavori e si è occupato e si occuperà di moltissimi aspetti, dai flussi migratori dei cetacei a quelli dei volatili.