Project Due Mari, ora si muove Banca Intesa
Il direttore di Cassa di Risparmio Firenze: pronti a intervenire col nostro istituto per le infrastrutture
Arezzo, 24 maggio 2011 - Il fantasma della Due Mari batte un colpo. A dire il vero, non è tanto l'Anas ad agitare il lenzuolo bianco dietro il quale si nasconde la più incompiuta delle grandi incompiute italiane (40 anni di lavoro e ancora non siamo neppure a metà dell'opera) quanto una grande banca nazionale, ovvero Banca Intesa-San Paolo nella sua articolazione della Cassa di Risparmio di Firenze. Ebbene, uno dei due giganti del credito italiano si fa avanti e dice che potrebbe entrare nel meccanismo del project financing senza il quale la Grosseto-Fano pare destinata a restare in eterno nella veste attuale di cattedrale, peggio di brandelli di cattedrale nel deserto. La prima mossa l'aveva fatta nei giorni scorsi Luciano Nebbia, direttore generale di Carifirenze in un dibattito televisivo: «Il dossier grandi opere può diventare strategico - aveva detto - per gli istituti di credito. Il gruppo Intesa-SanPaolo è in pole position nel settore. Grazie a Banca BIIS, la banca creata apposta per finanziare infrastrutture e per realizzare grandi opere pubbliche, come sta dimostrando con la Pedemontana e altri interventi in Lombardia e nel Nord». Un riferimento che era stato subito tradotto nelle pagine nazionali di questo giornale in un interessamento per la vicenda Due Mari, a cominciare dai lotti della Siena-Grosseto per i quali c'è già la progettazione esecutiva. Ora fonti dell'istituto di credito, interpellate dalla «Nazione», confermano tutto: «Sì, siamo pronti a valutare un intervento finanziario attraverso Banca BIIS, in forme e modi che sono ancora da stabilire per tutto il percorso della Grosseto-Fano, compresi i tratti aretini, che dovrebbe essere trasformata in Autostrada dei Due Mari».
Non è ancora una candidatura operativa, ma è già una fiammella nel buco nero di una grande opera da sempre appesa al piolo delle buone intenzioni e niente più. Oggi più che mai, dopo che si era spenta la luce accesa in ottobre dall'incontro a Roma fra il ministro Matteoli e i rappresentanti degli enti locali interessati. Si era parlato allora di un collegato alla Finanziaria col quale lo stato avrebbe dovuto mettere a disposizione due milioni di euro (ma non se ne è vista traccia), mentre i due che mancavano avrebbe dovuto metterceli il famoso, e fumoso, partner privato di cui finora non si intravede il profilo. Adesso, ecco la mossa di Banca Intesa. Che ovviamente non è una società concessionaria di autostrade e che quindi non potrebbe essere, direttamente, il socio dell'Anas. Ma al privato eventualmente interessato, la BIIS del gigante del credito potrebbe fornire le risorse economiche necessarie a scendere in campo, con un finanziamento agevolato e a lungo periodo, sul modello di quanto è accaduto in Lombardia per l'autostrada Pedemontana. Partner e banca si rifarebbero ovviamente sulla concessione trentennale o più che consentirebbe agli interessati di incassare i pedaggi e poi di ripianare il debito. Operazione complessa e ancora in altissimo mare: al massimo siamo nella fase del marinaio che vede a grande distanza qualche lume a indicare la terra d'approdo. E però con una riunione del comitato tecnico costituito presso l'Anas che dovrebbe svolgersi nelle prossime settimane, per parlare anche di project financing Due Mari, c'è una macchina che forse si rimette in moto. Almeno, in questa provincia che soffre di un drammatico gap infrastrutture, è una speranza cui appigliarsi.