Roberto Sgalla, direttore Polizia Stradale: "Per innalzare i livelli di sicurezza stradale è indispensabile dialogare con i cittadini"
A un mese dal premio qualità PPAA
Roma, 6 giugno 2011 - A un mese dal premio qualità PPAA, ricevuto al forum della Pubblica Amministrazione alla fiera di Roma, Roberto Sgalla, direttore del Servizio Polizia Stradale, spiega le ragioni del riconoscimento conferitogli dal ministro Renato Brunetta e parla dell’importanza della comunicazione per un’Amministrazione Pubblica.
Direttore Sgalla, che effetto fa ricevere il premio per un’Amministrazione di qualità, che tende a stimolare il miglioramento del servizio offerto da un organo dello Stato?
Per la prima volta, il Servizio Polizia Stradale, senza alcuna esperienza nell’utilizzo dei modelli valutativi e con il coraggio di cimentarsi nella prova, ha presentato un documento confezionato secondo il modello CAF 2006 che, partendo dal piano strategico, illustra i risultati ottenuti nei molteplici settori d’intervento della Specialità, tanto a livello centrale quanto territoriale.
Il riconoscimento va a tutti gli uomini e alle donne della Polizia Stradale per l’impegno profuso nel garantire la libertà di circolazione e una mobilità sicura, impegno che ha permesso all’intera organizzazione di conseguire significativi risultati nei servizi di vigilanza e controllo e nel contrasto del fenomeno infortunistico: professionalità, senso di appartenenza, tecnologie, ricerca di nuovi linguaggi per comunicare con i giovani, campagne di sicurezza nazionali ed internazionali, attenzione al cittadino, questi gli strumenti con cui la Specialità assolve quotidianamente alla propria mission.
Il merito va ad un lavoro in rete, ad una squadra motivata frutto di valori rafforzati nel tempo, ad una fattiva e vitale dialettica con partner pubblici e privati cui oggi va il nostro ringraziamento. L’attribuzione del Premio Qualità ad una Specialità della Polizia di Stato testimonia anche il successo di un cammino intrapreso per introdurre nell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza parametri di modernità ed efficienza in grado di migliorarne gli standard operativi ed i livelli di servizio all’utenza.
Che valore attribuisce alla comunicazione nella pubblica amministrazione?
Ritengo che la comunicazione sia una risorsa strategica fondamentale per consolidare il rapporto di fiducia con il cittadino, per aumentare la percezione di sicurezza e, profilo ancor più ambizioso, per promuovere e modificare modelli comportamentali. Attraverso gli organi d’informazione e attraverso i siti web istituzionali, la pubblica amministrazione deve dare conferma quotidianamente del suo essere al servizio del cittadino attraverso delle operazioni che definirei di trasparenza: le regole devono esser chiare e la risposta altrettanto certa ed equilibrata. E la verifica dello standard di qualità dei servizi resi non è appannaggio di una società di certificazione, ma è lo stesso cittadino che è chiamato a valutare l’azione anche e soprattutto con la sua percezione del sistema sicurezza.
In che misura la comunicazione incide sulla sicurezza delle strade?
La regola non può essere semplicemente calata dall’alto in modo autoritario: la norma, per essere rispettata, va anzitutto compresa e una corretta informazione diventa il presupposto necessario per instaurare da subito un rapporto di fiducia tra il poliziotto e il cittadino. La continua ricerca di un dialogo convincente con gli utenti della strada diventa così uno strumento irrinunciabile per educare e costruire un “cittadino attivo”, fermamente consapevole che i diritti di cui godiamo sono sostenuti unicamente dalla buona osservanza dei nostri doveri.
Pensiamo alla buona pratica del guidatore designato che invita il gruppo a nominare il proprio BOB, che resta sobrio e che a fine serata accompagna in sicurezza gli amici a casa. È un piccolo consiglio molto pratico, senza moralismi, che invita alla responsabilità e che viene accolto da tutti, giovani ed adulti. La risposta positiva del cittadino ci dice che la cultura della sicurezza si sta facendo strada. Occorre continuare a diffondere la cultura di una corretta educazione stradale, con campagne informative e iniziative di carattere sociale, specialmente fra i più giovani perché la prevenzione non si fa solo con l’effetto deterrente indotto dalle sanzioni.
Quali sono i punti di forza del nuovo codice della strada, alla cui stesura la Polizia Stradale ha partecipato attivamente?
Le ultime modifiche apportate al Codice della Strada costituiscono una riforma importante e articolata, segno di grande attenzione al tema della sicurezza stradale. Previsioni di legge più rigide e di sanzioni adeguate ci aiutano senz’altro ad innalzare i livelli di sicurezza per tutti: automobilisti, motociclisti, passeggeri, pedoni. Molte le novità introdotte con le modifiche dell’estate 2010. Le più significative e di più generale interesse riguardano i temi della guida in stato di ebbrezza con il divieto assoluto di bere alcolici per i neo-patentati e fino a 21 anni e per alcune categorie di conducenti professionali di autovetture e mezzi pubblici; l’irrigidimento dell’uso delle minicar e dei ciclomotori con pesanti sanzioni per chi ne modifica le caratteristiche per aumentarne la velocità; la guida assistita per i diciassettenni e l’esame per il recupero punti della patente.
In questo scenario si dovranno collocare nuove e più incisive misure di contrasto dei comportamenti di guida illeciti, un impiego più diffuso delle tecnologie disponibili per il controllo della velocità, delle condizioni fisiche di chi guida, del rispetto delle prescrizioni in materia di sicurezza passiva dei conducenti e passeggeri degli autoveicoli e dei motocicli.
Qual è la condizione delle infrastrutture italiane? Si sente di poter dare, da direttore del servizio di Polizia Stradale, dei suggerimenti per migliorare la sicurezza passiva delle nostre strade?
Nel 2009, dati ISTAT, sulle strade urbane si sono verificati 163.716 incidenti (76% del totale), che hanno causato 223.166 feriti (pari al 72,6% del totale) e 1.892 morti (pari al 44,7% del totale). Sulle autostrade si sono verificati 12.200 incidenti (pari al 5,7% del totale) con 20.538 feriti (6,7% del totale) e 350 decessi (8,3% del totale). Sulle altre strade, comprensive delle strade Statali, Provinciali, Comunali extraurbane e Regionali, si sono verificati 39.489 incidenti, che hanno causato 63.554 feriti e 1.995 morti, rispettivamente il 18,3%, 20,7% e 47,1%.
Appare necessario trovare il modo di estendere gradualmente i principi della gestione sicura delle infrastrutture alla rete viaria secondaria. Tra l’altro questo è uno degli obiettivi della Commissione Europea presenti negli orientamenti 2011-2020 per la sicurezza stradale il cui fine è il dimezzamento del numero dei decessi entro il 2020.