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Briciole di pane

Strade, ambiente, territorio: sforzi comuni per beni comuni

L'importanza dell'avvio di un tavolo congiunto ANAS-ANCI sui rifiuti

Roma, 7 dicembre 2015 – Tutti ricchi di prospettive future, i temi toccati in sede di presentazione del Piano Pluriennale ANAS 2015-2019. Pure l’annuncio – da parte di Gianni Vittorio Armani, presidente ANAS, ed Enzo Bianco, presidente del Consiglio Nazionale ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani – dell’istituzione di un “tavolo congiunto per il coordinamento degli interventi di raccolta dei rifiuti lungo la rete stradale nazionale” non va visto come una semplice appendice, o nota di colore, ma come base di una strategia nuova. Collaborativa anziché conflittuale.

E orientata, davvero, al risultato: il benessere della collettività.Ci si muove in un ambito molto delicato, con più interessi pubblici in gioco; né si può cullare l’illusione che si tratti di casi sporadici: il fenomeno dell’abbandono, ovviamente illecito, di rifiuti a lato di strade statali o su terreni ANAS rappresenta, purtroppo, una deprecabile consuetudine un po’ ovunque. Come dimostrato da una copiosa casistica giurisprudenziale, giunta fino ai nostri giorni, un approccio solo formale e normativo (il moloch della “competenza”...) non risulta, di per sé, soddisfacente.

Per la normativa ambientale, l’obbligo di rimozione, smaltimento e ripristino dei luoghi ricade, oltre che sul responsabile dell’illecito, quasi mai individuabile, sul proprietario dell’area; al riguardo il Sindaco dispone, con ordinanza, le operazioni necessarie e il termine per provvedere.


Obiezione: per tutto ciò, occorre che al proprietario dell’area sia riconoscibile un dolo, o almeno una colpa; e il proprietario di migliaia di km di strade statali, oggetto di utilizzazione generale e aperte a chiunque, non ha concrete possibilità di vigilanza su quanto può verificarsi a margine della carreggiata.


Contro-obiezione: l’Ente proprietario della strada ha, ai sensi del Codice della Strada, l’esplicito dovere di provvedere alla “pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo”, di talché l’ANAS, venendo meno a tale suo dovere, non può dirsi esattamente “immune” da colpa.


Contro-contro-obiezione: quel dovere, come chiarisce lo stesso Codice della Strada, ha la sua spiegazione e la sua ragione di essere unicamente nell’ottica di “garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione”, non significa certo una generalizzata responsabilità di tutela ambientale.
E così via, in una lunga serie di contenziosi davanti ai TAR, con esiti diversificati.


Aver intrapreso la strada di un protocollo d’intesa ANAS/ANCI, che punti alla definizione di un modus operandi condiviso tra Enti locali ed Ente gestore della rete viaria, equivale, allora, a un mutamento di paradigma. Indica una volontà di risolvere il problema. Mostra che strutture che si occupano, a diverso titolo, del “bene comune” provano a remare, assieme, nella stessa direzione.

Per il sistema-Paese, non è poco.

 

Davide Fornaro

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