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Briciole di pane

Tav, Virano a La Repubblica: Saviano lavori con noi per far vincere la legalità

Il Commissario straordinario del governo per l'Alta velocità replica all'articolo "Tav, da Napoli alla Valsusa le mani della mafia sui cantieri"

Roma, 7 marzo 2012 – Caro direttore, nell'articolo-inchiesta "Tav, da Napoli alla Valsusa le mani della mafia sui cantieri" (La Repubblica 6 marzo 2012) Roberto Saviano analizza con l'abituale lucidità, competenza e passione un problema con cui tutti dobbiamo fare i conti: il rischio concreto che le infiltrazioni mafiose negli appalti possano snaturare il senso stesso degli investimenti pubblici. Sono d'accordo con lui e penso che il tema della tutela della legalità economica possa diventare un terreno di dialogo anche tra favorevoli, contrari e dubbiosi sull'opportunità di realizzare la Nuova Linea Torino-Lione.
Saviano ripercorre storie imprenditoriali, individua vulnerabilità territoriali e coglie criticità di norme, comportamenti e prassi operative che impongono, da parte di chiunque abbia responsabilità in questo campo, risposte consapevoli e adeguate.
Per questo vorrei sottolineare alcune questioni. L'entità degli investimenti del Tunnel di Base, lato Italia, (2,8 miliardi) rappresenta un investimento dello stesso ordine di grandezza delle principali opere ferroviarie in corso: Terzo Valico (6,2 miliardi); Verona-Padova (5,3 miliardi); Treviglio-Brescia (4,1 miliardi) ecc.; ovviamente ciò non significa che non sia un intervento a rischio, ma semplicemente che non rappresenta un'inusuale attrattività per macrodimensione dell'investimento rispetto ad altre opere. Nel caso specifico della Torino-Lione vanno comunque prese tutte le misure possibili di tutela della legalità rispetto alle infiltrazioni mafiose.
In proposito bisogna ricordare la costituzione del Gruppo Interforze Tav (GiTav), già operante, che effettua un penetrante monitoraggio dei requisiti e dei comportamenti di tutti i soggetti a qualunque titolo chiamati a svolgere un ruolo nella realizzazione della nuova linea. C'è poi un altro elemento estremamente rilevante: tutti gli appalti saranno fatti da un'unica società mista, di diritto francese, (con la presenza nel Consiglio di Amministrazione di un rappresentante della Commissione europea) da cui dipenderanno le opere sia in Francia (77%) che in Italia (23%). In questo modo si garantisce che non si potranno determinare differenze di importo-opere nei due Paesi essendo adottati Capitolati ed Elenchi Prezzi unificati, gestiti da un unico soggetto responsabile. Senza dubbio si tratta di un aspetto positivo a cui si aggiungeranno specifiche misure di tutela contro le infiltrazioni.
Saviano, inoltre, sottolinea come la tutela della legalità economica non possa essere affidata solo a strumenti normativi e ad azioni repressive, sebbene indispensabili: è essenziale creare un habitat culturale e sociale che faccia argine, attraverso la trasparenza dei comportamenti, ad opacità mafiose di ogni tipo. È irragionevole pensare che I' unico baluardo contro le infiltrazioni sia il rinunciare a costruire l'opera. Anche in Val di Susa è possibile creare un'adeguata sensibilizzazione sul tema della legalità, un vero e proprio patrimonio comune da tutelare, a prescindere dalle opinioni che si hanno sull'opportunità o meno di realizzare l'opera. Questo mi pare essere il messaggio positivo di Saviano: se ci fosse la sua disponibilità a partecipare, l'Osservatorio potrebbe promuovere rapidamente un incontro ad ampio spettro con tutti gli Amministratori (a prescindere dalle posizioni a favore o contro la nuova linea), con le rappresentanze sociali del territorio, le forze economiche e sindacali per far crescere la sensibilità sul tema della legalità economica ripristinando, anche in questo modo, un quadro di legalità complessiva da troppo tempo vulnerata in Val di Susa.

Mario Virano, Commissario straordinario del governo per l'Alta velocità (Fonte: La Repubblica)

  La Repubblica, Le mani della mafia sui cantieri - di Roberto Saviano