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Briciole di pane

Un anno di Italo. Il settimanale Tempi ha intervistato Giuseppe Sciarrone, Amministrare delegato di NTV

Dal giorno del debutto, il 28 aprile 2012, oltre 4 milioni di persone hanno viaggiato sul bolide di Ntv. Così è nata la concorrenza

Roma, 11 luglio 2013 – «Non è stata una passeggiata», assicura l'amministratore delegato di Ntv, Giuseppe Sciamone, «i nostri azionisti hanno investito con coraggio oltre un miliardo di euro totalmente privati in un progetto di grande cambiamento e modernità Abbiamo puntato su giovani che abbiamo assunto a tempo indeterminato e formato noi. Abbiamo investito, anche, sulle tecnologie più moderne presenti oggi sul mercato europeo, innovando sui contenuti che offriamo a bordo e sul comfort di viaggio». E i risultati non si sono fatti attendere. Dal 28 aprile 2012 Italo, il bolide di Ntv collega il paese. Di più, ha aperto la concorrenza sull'Alta Velocità in Italia e questo, va ripetendo Sciamone, nel segno di una nuova vivibilità del trasporto ferroviario. «Siamo compiaciuti non solo per i numeri prodotti ma anche per il contributo che abbiamo dato alla qualità del servizio sull'Alta Velocità e per il gradimento espresso da chi ci ha scelto. Siamo riusciti a imporre, ed è quello al quale più tenevamo, un vero cambiamento nello stile dell'accoglienza, restituendo centralità alla persona e al viaggiatore».
Dunque è soddisfatto di questo primo anno di attività di Italo?
Non posso che lasciare la parola ai numeri: in 12 mesi, dal 28 aprile del 2012 allo stesso giorno del 2013, abbiamo trasportato oltre 4 milioni di viaggiatori, e di questi poco più di 2 milioni nel solo 2012, quando operavamo con un numero di collegamenti e con una flotta di molto ridotti. Consideri che solo a marzo di quest'anno abbiamo messo in pista tutti i collegamenti e completato quindi il nostro ramp up. Inoltre, anche in termini di quota di mercato, abbiamo fatto meglio delle attese: puntavamo al 20, ma oggi siamo intorno a quota 25 per cento e nel 2013 contiamo di trasportare 7 milioni di viaggiatori. Insomma, a conti fatti, abbiamo dimostrato sostanzialmente due cose. La prima: che anche in Italia si possono realizzare progetti importanti, quando c'è la ferma volontà di saltare gli ostacoli e di fare. La seconda: che la concorrenza porta reali benefici alle persone. Grazie alla nostra presenza e pungolo oggi abbiamo i migliori servizi AV in Europa e i prezzi sono scesi mediamente del 25/30 per cento. Non è secondario che l'anno scorso il numero dei viaggiatori sull'Alta Velocità, nel suo complesso, nonostante la grave crisi economica, anziché diminuire sia cresciuto di circa il 16 per cento. A riprova che la concorrenza crea nuova domanda, migliora la qualità dei servizi e abbassa il livello dei prezzi. Una lezione che, in un paese bloccato come è l'Italia, è da tenere bene a mente. Di concorrenza c'è un grande immenso bisogno.
In un anno avete più volte messo in evidenza i problemi con i vostri concorrenti e l’Antitrust nella riunione del 22 maggio 2013, ha avviato un'indagine per verificare la fondatezza della vostra denuncia. A tal riguardo su quali temi puntate maggiormente l'indice?
Scalfire un monopolio cementato da oltre un secolo non è facile. E chiaro che un nuovo arrivato sul mercato dia fastidio e che si cerchi in tutti i modi di rintuzzarne le novità, di frenarne, soprattutto, Ie velleità. In qualche modo è fisiologico che il competitor si difenda e si aggrappi a qualsiasi cavillo pur di conservare integro il suo business. Diventa problematico però, quando dall'arrocco si passa invece a qualcosa di vicino all'ostruzionismo, come è successo in alcuni casi che abbiamo documentato all'Antitrust, al quale, in assenza di un governo in carica, ci siamo rivolti. Una volta insediatosi l'esecutivo Letta abbiamo illustrato, dal nostro punto di vista, la situazione che si è venuta a creare soprattutto sul fronte dei prezzi al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Lupi, che si è attivato d'intesa con il ministero dell'Economia e Finanza affinché gli uffici competenti effettuino un attento esame della situazione. Attendiamo gli esiti e siamo molto fiduciosi sui risultati.
II vostro azionista Montezemolo ha ripetutamente richiesto l'intervento di un'Authority per i trasporti «perché se uno gioca, ma l'arbitro è l'allenatore dell’altra squadra, è tutto più difficile». È ancora valida la proposta? e di cosa dovrebbe occuparsi in modo particolare il soggetto incaricato?
Non è mai facile confrontarsi con un avversario che recita più parti in commedia. Per questo è rimasta intatta l'urgenza di avere un soggetto terzo, indipendente, che vigili sul rispetto delle regole e intervenga a dirimere eventuali controversie. Il parlamento italiano con grande lungimiranza ha anticipato la direttiva europea sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario dei viaggiatori. È stato un bene e lo abbiamo appena dimostrato, numeri alla mano. Adesso però è importante che non resti una liberalizzazione incompiuta. Le precedenti aperture del mercato che hanno avuto luogo in Italia, mi riferisco alle telecomunicazioni e all'energia, sono state moderate dalla vigilanza di un'Authority di settore. Nei trasporti le attività di regolamentazione del mercato sono invece impropriamente affidate a Rfi, il gestore dell'Infrastruttura, e quindi di fatto alle stesse Ferrovie. Un anno fa il governo Monti istituì l'Autorità garante del settore, ma la politica in quasi un anno non ha saputo mettersi d'accordo sui nomi, ed è rimasta lettera morta. Confidiamo molto che il nuovo governo sciolga finalmente questo nodo. E fanno ben sperare in questa nostra arresa le parole espresse in tal senso proprio dal ministro Lupi.
Nel breve e nel medio-lungo in quali servizi vi vorreste espandere. Qualche ipotesi all'estero (magari in partecipazione con altre realtà)?
Intanto, nell'immediato, a dicembre, apriremo la via dell'Adriatica con il servizio tra Milano e Ancona. Lo effettuiamo a regime di mercato, sfruttando in parte l'Alta velocità, da Bologna, e in parte la linea tradizionale. Non le nascondo però che abbiamo ancora tanta voglia di crescere, di fare, di creare nuovo sviluppo e occupazione. Certo, nell'auspicio che le condizioni, anche normative, lo consentano. Deve essere un auspicio del paese, non solo nostro, però. Perché con l'ingresso di Ntv nell'Alta Velocità si è creato un divario di qualità nel trasporto regionale che è inaccettabile per un paese che voglia definirsi moderno o civile. È urgente che i benefici della concorrenza arrivino, o quanto meno lambiscano, anche questi servizi. Noi siamo pronti. Ma perché ciò accada è necessario che le Regioni bandiscano le gare, come stabilisce la nuova legge. Se i regolamenti saranno trasparenti, se le condizioni offerte ai potenziali operatori saranno realmente paritarie, noi non ci tireremo indietro. Per quanto riguarda l'estero, invece, il discorso è prematuro, al momento pensiamo di lare e consolidare bene in Italia.
Piazza Affari: la quotazione è un vostro prossimo obiettivo?
Non è escluso che in futuro i nostri azionisti prendano in considerazione l'ipotesi di quotare l'azienda, ma anche questo è un discorso certamente prematuro. Il nostro paese è ancora alle prese con una crisi economica drammatica e per iniziative del genere occorrono certamente un contesto economico diverso e un quadro più stabile.

Intervista tratta dal settimanale Tempi