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Briciole di pane

In Norvegia il Ponte di Archimede parla anche italiano

Non un semplice tunnel sottomarino ma un "ponte tubolare sommerso galleggiante"

Si chiama Ponte di Archimede ed è una delle più avveniristiche infrastrutture che si stanno costruendo nel mondo. Un’opera gigantesca che ha, come mente progettuale, una donna ingegnere italiana.

La struttura è in costruzione sull’autostrada E39 che collega Trondheim con Kristiansand in Norvegia, e che prosegue fino a collegarsi con la E45 che arriva a Roma. Alla base dell’opera le difficoltà e il tempo eccessivi per percorrere la costa norvegese. Oggi, infatti, ci vogliono circa 21 ore di viaggio e sette i traghetti per circa mille chilometri: colpa della natura della costa stessa nella quale i fiordi la fanno da padroni. Un problema, visto che su quella linea passa già oggi il 60% circa del traffico merci del paese scandinavo. Da qui, appunto l’idea di un’opera quasi senza precedenti: non un semplice tunnel sotto il livello del mare, ma un “ponte tubolare sommerso galleggiante” che avrà il compito di fare tre attraversamenti: due di quattro chilometri ciascuno e uno di 600 metri per una profondità, in ognuno degli attraversamenti, di 30 metri sotto la superficie del Mar del Nord.

Per vedere realizzata l’opera ci vorrà ancora del tempo. Sui tempi e sul costo  (che comunque dovrebbe aggirarsi attorno ai 4 miliardi), per la realizzazione del Ponte di Archimede non ci sono ancora certezze. Quello che è già certo, invece, è la presenza nel gruppo di lavoro di Arianna Minoretti, ingegnere milanese di 40 anni che ha scelto di spostarsi a Trondheim seguendo il marito ed entrando poi nella Norwegian Public Roads Administration, una sorta di Anas norvegese. Laureata in ingegneria civile con 110 e lode al Politecnico di Milano, Minoretti è l’unica italiana in un gruppo di cento persone che lavorano al Ponte di Archimede con fra l’altro la responsabilità degli studi attorno all’opera

“Il progetto – ha spiegato proprio Minoretti -, dev’essere approvato a livello politico, mentre sui costi l’unico dato pubblico che possiamo dare è quello dello studio effettuato per il Bjørnafjord (un altro fiordo della costa norvegese, ndr): circa 4 miliardi di euro per un ponte di Archimede di cinque chilometri di lunghezza”. E, in attesa di maggiori dettagli, la stessa Minoretti precisa che uno dei temi cruciali per la progettazione e realizzazione dell’opera, oltre al costo naturalmente, sarà quello dell’uso del calcestruzzo scelto per la sua durabilità anche in ambienti marini. Con un particolare. Per la prima volta infatti il calcestruzzo verrà usato non per le piattaforme offshore, ma per una struttura che sarà usata quotidianamente da auto e altre vetture. 

Andrea Zaghi