San Benedetto Po: Il nuovo ponte prende forma. Fra due mesi la presentazione
Lo staff tecnico della Provincia sta predisponendo il progetto preliminare, lavori dal prossimo anno
San Benedetto Po, 25 settembre 2013 - Due sole campate nell'alveo del fiume al posto delle quattro attuali. Una struttura che grazie al fatto di essere moderna e innovativa dal punto di vista tecnico potrà avere tempi di esecuzione limitati, minimizzando i disagi per i cittadini della zona e soprattutto riducendo la chiusura totale al traffico a pochi mesi sui due anni circa di cantiere.
È questo quanto si va delineando per il futuro ponte di San Benedetto Po che la Provincia sta progettando. Il risultato sarà disponibile fra due mesi, quando l'amministrazione del presidente Alessandro Pastacci metterà a disposizione degli enti locali interessati i materiali di studio. Ma già ora si possono indicare le linee di fondo di una delle più importanti opere infrastrutturali degli ultimi anni nella nostra provincia.
A fare il punto della situazione lo stesso presidente provinciale con l'assessore al bilancio Massimo Dall'Aglio ed i dirigenti Giulio Biroli, responsabile del settore tecnico ed Antonio Covino, del servizio ponti. Il punto di partenza è la situazione dell'attuale manufatto, progettato negli anni '60 e che sin dai primi anni ha manifestato problemi di carattere strutturale.
«Le pile in alveo - ha spiegato Covino - si sono mostrate subito deboli rispetto alle spinte esercitate dalla corrente del fiume. Il ponte era stato costruito con la tecnologia di allora con piloni infissi nel terreno e travi tampone che si appoggiano sulle spalle degli stessi piloni. Il movimento dei piloni ha fatto sì che le travi orizzontali che reggono la strada si siano mosse non in modo omogeneo creando quelle ondulazioni della strada che ancora oggi si vedono».
L'Anas, proprietaria del ponte, decise allora una complessa opera di ristrutturazione che, utilizzando grandi quantità di cemento per pareggiare i punti più bassi degli impalcati, ottenne sì la rimessa in piano della strada, ma aggravò la situazione statica della struttura, non adatta a reggere quel peso. La mazzata finale è venuta lo scorso anno dal terremoto del 5.9 scala Richter che ha ulteriormente creato preoccupazioni per la stabilità del manufatto, nel frattempo giunto in carico all'Amministrazione provinciale dopo un contenzioso durato un decennio con LAnas.
Lo stanziamento di 30 milioni da parte della Regione Lombardia ha posto le premesse per una risoluzione radicale dei problemi di staticità. «Per noi il ponte di San Benedetto è una priorità - spiega il presidente Pastacci -. Per questo da subito abbiamo avviato interlocuzioni con gli enti autorizzativi, come l'Aipo, la Sovrintendenza, l'Autorità di bacino e l'Arpa in modo da avere già chiara una griglia delle indicazioni di massima e dei vincoli ai quali si sarebbe andati incontro. All'interno della Provincia abbiamo poi creato uno staff multidisciplinare di progettazione al quale è stato affidato l'incarico di vagliare le diverse possibilità tecniche e giungere alla stesura di una progettazione preliminare da sottoporre poi all'attenzione degli enti autorizzativi».
Una procedura, quella scelta, che consente alla parte pubblica, in questo caso la Provincia, di avviare e guidare passo passo le fasi iniziali, indirizzando il progetto verso una gara ad "appalto integrato" nella quale il privato che vincerà l'asta si troverà un elaborato già in parte autorizzato e solo da completare e poi da eseguire con il cantiere.
«I vincoli di progetto sono notevoli - aggiunge Biroli -: dalla parte idraulica alla presenza del ponte preesistente, al budget. Stiamo attualmente vagliando diverse soluzioni. L'orientamento è quello di diminuire i piloni in alveo e utilizzare una struttura che possa essere costruita a fianco e successivamente traslata al posto dell'esistente».
La lunghezza totale dovrebbe essere di circa 260 metri, con due campate da 130 metri sorrette da due grandi archi di cerchio alti circa 50 metri che poggeranno su un unico pilone centrale raccordandosi, lateralmente, al ponte attuale in golena. L'impalcato sarebbe retto da funi metalliche. Sarebbero così mantenute le attuali rampe. Ancora da definire se la struttura sarà in acciaio, in calcestruzzo o mista.
Da oltre un anno è vietato ai camion
Dalla fine maggio del 2012, pochi giorni dopo la prima forte scossa di terremoto, il ponte di San Benedetto è chiuso ai mezzi pesanti, con portata superiore alle sette tonnellate e mezza. La delibera è stata resa operativa grazie alla posa di due "porte" ai due ingressi del ponte che limitano la sagoma del passaggio a mezzi di larghezza inferiore a camion e corriere. Possono cosi passare i mezzi e di soccorso, come le autoambulanze ed i furgoni. Non le autocorriere che da sedici mesi deviano il percorso sull'A22. Creando disagi per i pendolari e gli studenti visto che il percorso è più lungo e quindi dura di più.