Strade, pubblicità: contenuto e limiti del potere di ANAS di determinare i canoni per l’uso degli impianti pubblicitari
La determinazione dei canoni per l’uso degli impianti pubblicitari costituisce una scelta discrezionale di ANAS basata, tra l’altro, sulla classificazione della strada (Cons. Stato, sez. IV, 21 novembre 2022, n. 10220)

Il potere di determinazione dei canoni per l’uso degli impianti pubblicitari stradali, attribuito ad ANAS dall’art. 27, comma 8, d.lgs n. 285/1992 (Codice della Strada), consiste “nell’esercizio di una vera e propria scelta discrezionale da parte dell’ente proprietario, in quanto la legge non commisura la determinazione della somma dovuta a criteri oggettivi, ovvero a indici di mercato o a valutazioni dell’utilità ricavata dal concessionario, e si risolve in un apprezzamento implicante la ponderazione di interessi pubblici con quello del privato”.
Tale ponderazione viene condotta da ANAS attraverso una struttura tariffaria che, sin dall’anno 2000, si incentra sulla classificazione delle strade in base ad un coefficiente “Ki” che riflette l’importanza delle stesse e che viene individuato sulla scorta di una molteplicità di fattori (traffico, distanza dai centri abitati, ecc.): si tratta di una formula “che ha una intrinseca correlazione con il vantaggio che l’utente trae dalla concessione, essendo evidente che, ad esempio, per una strada meno importante, l’impianto pubblicitario diventa commercialmente meno appetibile e giustifica l’applicazione di un canone più esiguo. Il contrario si verifica, invece, per le strade più importanti”. Nel caso di contestazione della tariffa spetta, pertanto, al ricorrente fornire un principio di prova della pretesa violazione del parametro della proporzionalità e della ragionevolezza.
ANAS non ha l’obbligo di commisurare i canoni all’andamento del mercato della pubblicità, e nella commisurazione delle tariffe “non può ispirarsi a criteri meramente economici dovendo piuttosto valorizzare una serie di elementi ed interessi pubblici che appaiono preminenti, in primo luogo il peso o disagio che l’impianto pubblicitario può rappresentare per la circolazione stradale (anche in termini di distrazione per l’utente della strada)”. Allo stesso modo, ANAS “può differentemente regolare le concessioni che risultano funzionali all’esercizio di diritti (come gli accessi carrabili) o all’esercizio di servizi pubblici, rispetto a quelle che, invece, sono strumentali solo ad interessi commerciali”.