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Briciole di pane

Alitalia, sì del governo al matrimonio con Air France-Kml

Ma il ministro Lupi avverte: "Deve essere garantito il ruolo strategico del nostro paese e servono garanzie formali e sostanziali sul piano industriale"

Roma, 25 settembre 2013 - Domani sarà un giorno decisivo per il futuro di Alitalia. Nella mattinata, oltre alla riunione del consiglio di amministrazione, è previsto un incontro tra il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi e il suo collega francese, Frederic Cuvillier, per discutere degli sviluppi dell'alleanza tra l'aviolinea italiana e il gruppo Air France-Klm.

Il "sì" del governo italiano al matrimonio

Il ministro, anche oggi, ha chiarito che non c'è nessuna preclusione da parte del governo italiano al matrimonio fra Alitalia e il gruppo Air France-Klm, ma deva essere garantito il ruolo strategico del nostro paese e servono "garanzie formali e sostanziali" sul piano industriale, le sue prospettive di sviluppo per l'Italia e il nostro sistema aeroportuale.

Intervistato da Maurizio Belpietro nel corso della trasmissione televisiva "La telefonata", Lupi ha difeso la scelta di privatizzare l'Alitalia con la compagine azionaria dei cosiddetti "capitani coraggiosi". Ma il ministro ha fatto anche presente che negli ultimi quattro anni la situazione del trasporto aereo è cambiata e "oggi è obbligatorio mettersi insieme". "Mettersi insieme - ha spiegato - sottolineando il ruolo dell'Italia che è un punto strategico" anche alla luce dei nuovi mercati del sud-est asiatico, arabo e africano che hanno spostato il baricentro del mercato del trasporto aereo.

Ricordando che l'Alitalia è un'azienda privata, Lupi ha fatto presente che il governo deve giocare la sua parte nei confronti di Air France e in particolare sul rischio che il matrimonio tra l'Alitalia e il gruppo franco-olandese sposti il traffico aereo verso il nord Europa utilizzando il nostro paese come un mercato regionale per alimentare i voli da Parigi e Amsterdam. "Le aziende facciano i loro accordi - sono parole del ministro - ma il governo, visto che l'Alitalia è un asset strategico, deve chiedere garanzie formali e sostanziali su quali sia il progetto industriale, quali siano le prospettive di sviluppo e quali sono gli investimenti previsti per il nostro paese e se si ritiene o meno che gli aeroporti italiani, come Malpensa e Fiumicino siano dei veri e propri hub e non scali regionali".

Il consiglio di amministrazione

All'attenzione della riunione del consiglio di Amministrazione ci sono i conti del primo semestre e le prime valutazioni di Banca Leonardo sul reperimento delle risorse necessarie a finanziare il piano industriale. Secondo l'agenzia AGI è molto probabile che il board prenderà in esame l'ipotesi di un aumento di capitale che dovrebbe permettere al gruppo Air France-Klm di assumere il controllo dell'aviolinea. Riguardo alle necessità finanziarie, lo scorso luglio l'amministratore delegato, Gabriele Del Torchio, le aveva quantificate in 355 milioni entro la fine dell'anno di cui: 300 milioni da reperire sul mercato del credito e 55 milioni dagli azionisti che non avevano sottoscritto il precedente prestito di 150 milioni.

La posizione di Air France-Klm

Non è ancora chiara la posizione del gruppo franco-olandese. Lunedì scorso il board di Air France-Klm aveva preso in esame il dossier Alitalia ma non aveva assunto alcuna decisione, in attesa di ricevere da Roma ulteriori informazioni sulla situazione dell'aviolinea italiana. Il presidente e direttore generale di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, sembra risoluto a prendere il controllo di Alitalia anche se il gruppo franco-olandese non naviga in acque molto tranquille visto che ha dovuto rinviare l'obiettivo del pareggio dal 2013 al 2014, ha dovuto abbandonare anzi tempo la flotta di Boeing 747 e accusa circa 3.000 esuberi di personale.

L'impegno finanziario per portare la partecipazione di Air France-Klm dal 25% al 50% del capitale della nostra compagnia di bandiera viene valutato intorno ai 150 milioni. Il gruppo franco-olandese "sarebbe pronto a partecipare alla ricapitalizzazione di Alitalia e a raccogliere l'eventuale inoptato ma senza superare la soglia del 50% in modo da non dover farsi carico del debito". E la proposta sarebbe accompagnata da condizioni precise circa la ristrutturazione del debito. Insomma, l'obiettivo non sarebbe di cancellare il debito di 1,1 mld di euro (500 milioni verso le banche e altri 600 per leasing per gli aerei) ma di renderlo più sopportabile.

Il gruppo franco-olandese, se assumerà il controllo dell'Alitalia, probabilmente potrebbe adottare una cura analoga a quanto previsto in casa propria in tema di flotta e occupazione. I tagli potrebbero riguardare anche il fronte occupazionale. Secondo il sindacato Avia, gli esuberi Alitalia potrebbero essere circa 2.000.

Mario Avagliano