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Briciole di pane

Anche Papa Francesco si interessa alla sicurezza stradale

I vertici di Fia e Aci ricevuti, in udienza privata, in Vaticano

Roma, 19 gennaio 2016 - La sicurezza stradale fa tappa in Vaticano. Papa Francesco, infatti, nei giorni scorsi ha incontrato, in udienza privata, Jean Todt, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) e inviato speciale delle Nazioni Unite per la Sicurezza Stradale, e il Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani.

Todt ha rappresentato al Santo Padre, in tutte le sue sfaccettature, il dramma delle 1.250.000 morti e i cinquanta milioni di feriti gravi che si contano, annualmente, sulle strade del mondo. Ogni trenta secondi ci lascia una persona. L’impegno di tutti i soggetti istituzionali e privati impegnati, a vario titolo, a garantire una mobilità sicura, come noto, è quello di ridurre del 50%, entro il 2020, il numero delle vittime dei sinistri.

 

Papa Francesco si è soffermato, con particolare interesse, sulle questioni esposte e ha manifestato apprezzamento per gli sforzi messi in atto da FIA e ACI volti a rendere le vie di comunicazione più sicure. Ha anche sottoscritto la tavola con le "10 Regole d’Oro" della FIA per la sicurezza stradale e il manifesto di “#SaveKidsLives”, la campagna di sensibilizzazione internazionale che richiama una maggiore attenzione ai bambini. Quanto mai opportuna, considerato che, ogni giorno, nel pianeta, cinquecento piccoli perdono la vita a seguito di incidenti stradali. Un decesso ogni tre minuti.


Sticchi Damiani ha evidenziato al Pontefice il preoccupante aumento dell’incidentalità verificatosi, in Italia, nel 2015. A farne le spese sono, principalmente, gli utenti più deboli della strada: bambini, anziani, ciclisti e motociclisti. Le arterie urbane sono quelle più “a rischio”. Un maggiore rispetto delle regole che sovrintendono la circolazione, porterebbe, comunque, già da solo, a una diminuzione dei sinistri. D’altronde, non è solo un fatto di prevenzione e repressione delle violazioni al Codice della strada.
E’, soprattutto, a nostro avviso, un problema di cultura ed educazione stradale.

Formare i futuri automobilisti, fin dal loro percorso scolastico, è fondamentale per contrastare i lutti, il dolore e gli alti costi sociali ed economici connessi agli incidenti.

Carlo Argeni