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Briciole di pane

Astaldi in Cile con Pacific Hydro

La joint venture ha inaugurato l'impianto idroelettrico di Chacayes

Santiago del Cile, 1 novembre 2011 - Ancora una volta l'America Latina, ancora una volta investimenti nel settore infrastrutturale. Il gruppo australiano Pacific Hydro e quello italiano Astaldi hanno inaugurato un mega impianto idroelettrico a Chacayes, un centinaio di chilometri a sud di Santiago. È un impianto capace di produrre 11Mw di energia rinnovabile e produrrà circa 557Gwh/anno. L'investimento complessivo della società mista Pacific Hydro-Astaldi è pari a 450 milioni di dollari. Il presidente di Astaldi, Paolo Astaldi, ha ribadito l'impegno del gruppo in un'area, quella latinoamericana, «che finora ha saputo resistere alla congiuntura economica internazionale sfavorevole». Una capacità di resistenza impensabile fino a una decina di anni fa, ma ora «conseguita grazie a una stabilità politica e macrofinanziaria ormai consolidata in gran parte dei Paesi della regione. Il Cile appartiene senz'altro al gruppo dei migliori». Chacayes ha la prima centrale idroelettrica completamente eco-compatibile in quanto crea energia dall'acqua senza impattare né modificare il naturale corso del fiume. Il Cile si conferma uno dei Paesi più interessanti, innanzitutto perla solvibilità e poi per le opportunità che nei prossimi anni si creeranno. «Le potenzialità del settore idroelettrico cileno - spiega Rocco Nenna, direttore generale di Astaldi, con base in America Latina - sono enormi ed è plausibile quantificare in circa 10 miliardi di dollari gli investimenti effettuabili in Cile nei prossimi anni». Si tratta di opportunità confermate dal ministero dell'Energia cileno, guidato da Rodrigo Alvarez, che ieri ha presenziato all'inaugurazio-ne dell'impianto di Chacayes. Oltre al settore idroelettrico è quello minerario che si prospetta come particolarmente florido. Nei prossimi vent'anni sono stati previsti 70 miliardi di investimenti. Guardando invece al breve periodo Astaldi è già nella short list per un contratto del valore di circa 150 milioni di dollari che prevede la costruzione di accessi in galleria a progetti minerarie si è classificato primo (preferred bidder) per un progetto di recupero di rame e molibdeno. Quello sanitario/ospedaliero è un altro ambito considerato «molto interessante» da Astaldi che ha individuato una decina di progetti cui potrebbe inserirsi. Sempre in Sud America, Astaldi si sta rafforzando in Perù, Paese che presenta qualche rischio politico in più rispetto al Cile, ma comunque interessante dal punto di vista della domanda di infrastrutture. Astaldi, in Perù, sta completando la centrale di Huanza, un'operazione che vale milioni di dollari ed è preferedd bidder per la centrale di Ceno del Aguila, circa 700 milioni di dollari. Meno semplici i tentativi di penetrazione di Astaldi in Brasile, Paese che vive una ripresa molto vigorosa ma che, per quanto riguarda le grandi opere, ha mostrato l'intenzione di procedere con imprese nazionali.

Roberto Da Rin - Il Sole 24 Ore