Autostrade tedesche a pagamento solo per gli stranieri
Populismo. Rischia di passare la proposta Csu
Francoforte, 27 novembre 2013 – Non c'è miglior tassa, per un politico, di quella da far pagare a chi poi non avrà la possibilità di votare per qualcun altro. Per esempio, gli stranieri.
È così che i cristiano-sociali della Csu, il partito bavarese gemello della Cdu del cancelliere Angela Merkel, hanno pensato che il pesante costo per mettere riparo allo stato disdicevole di strade, autostrade e ponti di Germania sia meglio farlo pagare agli automobilisti che vengono dall'estero. Con un adesivo da attaccare sul parabrezza, come quelli già in uso in Svizzera e in Austria, del costo massimo di 100 euro. La tassa ricadrebbe anche sugli automobilisti tedeschi, ma a questi verrebbe poi scalata dalla tassa di circolazione. Gli unici a pagare, insomma, resterebbero gli stranieri, facendo quadrare il cerchio di investire nella manutenzione della rete stradale, vittima, come ammettono molti economisti tedeschi, della politica di austerità fiscale che ha portato al pareggio di bilancio, e al tempo stesso di rispettare la promessa elettorale di Cdu/Csu di non aumentare le tasse. Tanto meno sull'automobile, una vacca sacra per l'elettore tedesco.
Il leader della Csu, Horst Seehofer, ha fatto addirittura della «tassa sugli automobilisti stranieri» una condizione per partecipare alla coalizione di governo che si sta formando. E, nonostante in campagna elettorale la proposta avesse incontrato l'opposizione non solo dei socialdemocratici della Spd (che si preparano ad andare al potere insieme all'unione democristiana), ma anche della stessa signora Merkel, si è detto sempre convinto che sarebbe riuscito a farla passare «contro Berlino e contro Bruxelles». Una frase che suona bene in Baviera e che serve anche a dare quella sfumatura populista e anti-europea che non guasta, quando la principale minaccia ai consensi della Csu (che nel suo Land ha ottenuto la maggioranza assoluta) viene dagli euroscettici di Alternative fuer Deutschland.
Neppure la Commissione europea sembra del tutto contraria, se il commissario ai Trasporti Siim Kallas ha messo per iscritto che la tassa «non è discriminatoria sulla base della nazionalità», visto che anche i cittadini tedeschi la pagherebbero (anche se poi gli verrebbe rimborsata).
L'unico problema del piano della Csu è che i conti non tornano. La rete autostradale tedesca si snoda su 13mila chilometri, quella stradale su 40mila. Il Governo federale stima di dover investire 7 miliardi di euro entro il 2017 per una manutenzione che negli ultimi vent'anni è stata deplorevolmente trascurata. Ma gli automobilisti stranieri, secondo l'Adac (l'automobile club di Germania), non rappresentano che il 5% del traffico sulle strade tedesche e la tassa raccoglierebbe al massimo 262 milioni di euro l'anno. Solo tassando anche i 4o milioni di auto registrate in Germania si arriverebbe a 4 miliardi di euro l'anno. Di fatto, gli automobilisti tedeschi pagano già alle casse federali 53 miliardi di euro l'anno, fra tasse di circolazione, accise sulla benzina e Iva, ma solo un terzo è destinato alle infrastrutture dei trasporti.