Autotrasporti internazionali, crescono le difficoltà con la Russia
Nuove restrizioni penalizzano gli operatori
Roma, 30 giugno 2016 - Una delle attività imprenditoriali più sensibili alle tensioni geopolitiche è, senza ombra di dubbio, il trasporto internazionale. Scoppia, o si aggrava, una crisi diplomatica tra lo Stato X e lo Stato Y? Si può star certi che a tutti gli operatori di trasporto di X con rotte che entrano in Y, e viceversa, toccherà affrontare una gigantesca mole di ostacoli, difficoltà, diseconomie.
In materia, potrebbe tenere seminari di approfondimento qualsiasi autotrasportatore italiano (o europeo) che debba attraversare la Federazione Russa. L’Ucraina non è tuttora transitabile, per le note decisioni riguardanti la frontiera ucraino-russa: bisogna fare un periplo e passare dalla Bielorussia. Ma gli autisti con passaporto europeo, tassativamente, possono varcare il confine bielorusso-russo soltanto al punto di controllo di Krasnoe dell’autostrada M1, subendo, nella migliore delle ipotesi, disagi e rallentamenti; mentre quelli con passaporto russo o bielorusso, per accordi tra Minsk e Mosca, possono utilizzare qualunque valico stradale, il che significa quasi venti percorsi alternativi tra cui scegliere. Inoltre, i sistemi di controllo dei carichi e pagamento del pedaggio imposti dal Ministero dei trasporti russo sembrerebbero, anche a detta di osservatori super partes, troppo invasivi: tali, cioè, da mettere a rischio informazioni potenzialmente soggette a segreto industriale. Per non parlare, poi, del contesto ambientale complessivo: definirlo “difficile” sarebbe generoso.
Dal punto di vista del comparto nazionale, i danni non sono trascurabili. Un esempio? Gli elettrodomestici italiani, conosciuti in tutta l’area ex-sovietica anche grazie alle pubblicità dei decenni passati, tuttora amatissimi in Kazakistan: è quasi impossibile che i vettori italiani, benché professionali e strutturati, riescano a trasportarli in quel lontano Paese.
Va riconosciuto che la competente Direzione Generale del nostro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sa farsi parte attiva nel chiedere, alle autorità russe, chiarimenti e indicazioni. Ma è innegabile che tutto il tema risulta condizionato, in maniera fortissima, dalla politica estera. E dalle relative complicazioni.